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Giustizia, maggioranza ko con 46 assenti ingiustificati

da Roma

Il governo viene battuto alla Camera, ma passa il filtro in Cassazione per i processi civili, definito incostituzionale dall’opposizione e criticato dal Csm.
L’aula approva un emendamento del Pd che prevede l’impossibilità di appellarsi alla Suprema Corte dopo due sentenze conformi sullo stesso fatto. Sono assenti 90 deputati del Pdl, di cui 46 «ingiustificati» e la modifica di cui è prima firmataria Donatella Ferranti viene approvata con 239 sì e 235 no, malgrado il parere contrario dell’esecutivo.
Il centrosinistra esulta, con il Guardasigilli ombra del Pd Lanfranco Tenaglia che dichiara: «È stata punita la protervia del governo». Sotto gli occhi di una scolaresca che se la spassa in tribuna, si sfiora la rissa tra Idv e Lega, con il partito di Antonio Di Pietro che accusa la maggioranza di essersi salvata sugli altri articoli solo grazie ai «pianisti». Il presidente Gianfrando Fini deve sospendere la seduta e poi, inaspettatamente, il leader dell’Idv si scusa per gli eccessi dei suoi. Ma insiste: «Quello che è accaduto rimette in discussione tutta la riforma del processo civile».
Tutto falso, replica il sottosegretario alla Giustizia Elisabetta Alberti Casellati. «L’emendamento dell’opposizione accolto dall’aula non stravolge l’impianto della norma, anzi aggiunge un’ulteriore ipotesi di filtro in Cassazione». In effetti, è stato approvato così com’è, malgrado perplessità anche tra le fila del Pdl, l’articolo 53 bis, che prevede un collegio di tre giudici per vagliare l’ammissibilità dei ricorsi in Cassazione.
Proprio questa novità era stata bocciata dal Csm il giorno prima con un parere unanime, insieme a quella sulle testimonianze scritte, che pure ha avuto il consenso dell’aula di Montecitorio.
Per il resto, come sottolinea lo stesso ministro Angelino Alfano, Palazzo de’ Marescialli aveva lodato la volontà del governo di accelerare i tempi del processo civile, pur sostenendo che invece di un disegno di legge collegato alla manovra finanziaria, ci sarebbe voluta una riforma apposita.
A sorpresa, tra tante tensioni tra governo e magistratura, arriva il plauso dell’Anm per modifiche che sono «indubbiamente un segnale positivo rispetto all’esigenza di restituire funzionalità ed efficienza al sistema giudiziario».

Il sindacato delle toghe apprezza la scelta di intervenire in maniera «ampia e sistematica, nonché in tempi rapidi», pur esprimendo «qualche perplessità» sull’iter parlamentare seguito.
«Quando dallo scontro ideologico – commenta soddisfatto il Guardasigilli Alfano – si passa all’esame di merito di singoli provvedimenti, si accorciano le distanze e si trova un punto di incontro e di condivisione».

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