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Giustizia, il Pd apre alla riforma: "Sì al dialogo" Intercettazioni, Di Pietro: Napolitano non firmi

Fassino: "E' un'emergenza dare ai cittadini una giustizia più rapida, certa e sicura, di cui i cittadini si fidino di più". Berlusconi apprezza ma avverte: "Il centrosinistra dia un segnale". Ma il leader Idv si appella al capo dello Stato: "Si chieda se questa legge è costituzionale"

Giustizia, il Pd apre alla riforma: "Sì al dialogo" 
Intercettazioni, Di Pietro: Napolitano non firmi

Roma - "Su qualsiasi materia va cercato il confronto di merito". Il ministro degli Esteri ombra del Pd, Piero Fassino, in un dialogo con Bonaiuti a Radiorai, apre alla riforma sulla giustizia: "E' una grande emergenza del paese". Evidente l'apprezzamento del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che invita il centrosinistra a "dare dei segnali" che ne facciano intendere la buona volontà.

L'apertura di Fassino "E' una emergenza dare ai cittadini una giustizia più rapida, certa e sicura, di cui i cittadini si fidino di più - spiega l'esponente democratico - qui dentro c’è anche il tema di una regolazione corretta, equilibrata e giusta delle intercettazioni". Secondo Fassino, infatti, se si vuole affrontare questo tema, avendo come obiettivo di dare ai cittadini una giustizia più efficiente e più rapida, "noi siamo pronti a discutere". E spiega: "Se si vuole dare un colpo ai magistrati e punire qualcuno, non è un terreno che ci interessa perchè non interessa ai cittadini". Fassino si augura che possa continuare il dialogo sulle materie istituzionali. "C’è il passaggio alla Camera sul federalismo - dice il dirigente Pd - c’è un referendum che sollecita le forze politiche a misurarsi sulla legge elettorale nazionale, c’è la riforma del Parlamento con il superamento del bicameralismo perfetto e la riduzione del numero dei parlamentari. Su questi temi possiamo muoverci con lo stesso spirito di dialogo di ieri. Su politica economica, politica estera e politica sociale, maggioranza ed opposizione hanno posizioni distinte". Per Fassino "sulle questioni istituzionali è auspicabile che ci sia una convergenza. Ieri abbiamo fatto questo. Un accordo per cambiare la legge elettorale europea e per consolidare il bipolarismo".

La Lega media i rapporti La giustizia come terreno di dialogo. Già Umberto Bossi a suo tempo chiese al premier di cercare un confronto con il Pd anche su questo tema. Ora l’invito è tornato stringente anche perchè la riforma del processo penale approderà in Consiglio dei ministri venerdì e da domani si comincerà a votare in Commissione alla Camera il provvedimento sulle intercettazioni. La richiesta ad aprire un canale con l’opposizione sulla giustizia è arrivata da Matteo Brigandì al vertice di oggi (presenti anche Nicolò Ghedini e Giulia Bongiorno) e il presidente del Consiglio non avrebbe affatto chiuso la porta. "Se Bossi è stato capace di convincere la sinistra sul federalismo, Berlusconi deve fare la stessa cosa sulla giustizia", spiega il responsabile della Lega in Commissione Giustizia.

L'apprezzamento del Cavaliere "La riforma più condivisa è e meglio è ma una riforma ci deve essere al più presto", ha argomentato il Cavaliere secondo quanto viene riferito, aggiungendo che "la sinistra deve liberarsi dell’arma giustizialista, se pensa che sia un’emergenza faccia presto". Il riferimento è legato all’Italia dei valori e a Di Pietro e all’alleanza con il partito democratico. Niente di nuovo, ma il segnale che - dopo il lavoro bipartisan sulla legge elettorale per le Europee - non si rigetta a priori la possibilità di arrivare ad un nuovo risultato comune.

"Nessuno vuole colpire la magistratura", ha osservato anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti.

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