Giusto bandire i Kebab dai centri storici?

Lucca vieta l'apertura di nuovi locali etnici tra le mura: "Così tuteliamo la nostra cucina". La sinistra: "E' razzismo". Sei d'accordo? VOTA

Giusto bandire i Kebab 
dai centri storici?

Lucca - Adesso stanno litigando di brutto. Daunpaio di giorniLuccaè diventatauna terra di confine gastronomicomanon solo. Colpa della giunta, Pdl più lista civica, che ha approvato a maggioranza unregolamento comunale su locali, bar e ristoranti che in sostanza vieta lo straniero, etnico e made in Usa, nel centro storico. Motivo:difendere il prodotto tipico italiano, meglio se lucchese. La norma è precisa e difficilmente equivocabile: "Non è ammessa l'attivazione di esercizi di somministrazione, la cuiattività siariconducibileadetnie diverse". Niente kebab, niente cous cous. Ma anche niente McDonald’s, pizze al taglio e, già che ci siamo, pure i sexy shop.

"Un divieto discriminatorio e razzista", hanno subito detto quelli dell’opposizione, Pd e Prc. Ma la Regione, che è rossacomeloro, è d’accordo con la giunta: "Invito gli esponenti di Sinistra - interviene la consigliera regionale Giuliana Baudone - ad uscire dai soliti schemiecapire che in un momento particolarmente difficile dell’economia bisogna valorizzare ancora di più le eccellenze locali". E la lite a sinistra continua perché il senatore democratico Marcucci parla di "un colossale autogol all’immagine della città". "Ma quale razzismo. L'unico nostro scopo è quello di tutelare il patrimonio storico del centro", ribattono invece in giunta. E poi: "Le disposizioni hanno postounfreno all’apertura, all’interno delle mura urbane, anche di nuove italianissimepizzerie veloci".

Aggiungono: si vuole solo tutelare la specificità della nostra cucina, messa in pericolo dalle recenti liberalizzazione del settore, e comunque sono divieti non applicabili agli esercizi esistenti e ristretti al centro della città, tra le cui mura vivono 8mila lucchesi e cinque kebab. Ma intanto l’iniziativa comincia a far proseliti. Il Pdl ha chiesto al comune di Forlì di fare la stessa cosa. Poi si vedrà.

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