Giusto provare con De Canio purché non sia troppo tardi

(...) piccola parte di tifosi aveva chiesto la cessione di Milanetto prima e di Dainelli poi. Particolare importante: prima che si parlasse di calcioscommesse.
La sconfitta delle maglie levate e buttate a terra in un angolo è molto più dura ed umiliante di tutto il resto. Peggio dello 0-4 del Siena in quel momento; peggio del gioco vergognoso messo in mostra tutto l’anno dal Genoa; peggio della condanna a giocare due partite a porte chiuse; peggio del fatto che andando avanti così, sul campo, al netto di tutto il resto, la retrocessione sembrerebbe certa. Anche se la classifica dice che i rossoblù hanno ancora un punto di vantaggio sul Lecce terzultimo e che tante altre squadre, a partire dal Cagliari, sembrano invischiate nella mischia.
La sconfitta delle maglie levate, fra l’altro, è il punto più basso della pessima gestione di Alberto Malesani. Il tecnico che addirittura è stato «richiamato» per volere dei giocatori, non è stato in grado di dire una parola a quegli stessi giocatori per impedire l’ultimo scempio. E questo è surreale. Soprattutto è ancora più grave se si tiene conto che non parliamo di un ragazzino alla prima esperienza in panchina, ma di un tecnico che si è vantato, più volte, pubblicamente, di essere il più titolato fra quelli che allenano in questo momento in serie A. E di un tecnico che, se c’è una giustizia, dopo questa stagione (ma, in fondo, anche dopo le dieci stagioni precedenti, bastava guardare il suo curriculum recente per stargli lontano anni luce), non allenerà mai più nessuna squadra in nessuna serie. Quindi, non aveva nulla da perdere, se avesse guidato una battaglia per la dignità dei suoi giocatori, che lo stimano a tal punto da aver chiesto di richiamarlo. Ma su, ma siamo seri.
Oddio, se ci fosse stata una giustizia e una logica, Davide Ballardini sarebbe ancora l’allenatore del Genoa e Alberto Malesani non si sarebbe mai mosso da Verona. E, se proprio ci teneva tanto a incontrarsi con i giocatori del Genoa che gli vogliono tanto bene davanti a un bicchiere di vino, avrebbe potuto farlo tranquillamente a casa sua a San Michele Extra a Verona, senza obbligarci ad assistere a prestazioni indecorose, conferenze stampa al livello delle prestazioni e a scene un po’ pietose come quelle dell’ultimo minuto delle partite vittoriose girato verso la tribuna con gli occhi chiusi, i pugni stretti e le braccia larghe come un crocifisso, pronto a saltare in campo a fare balletti.
Eppure, per mesi e mesi, i trombettieri di Malesani (e di Preziosi), ci hanno raccontato che come lui non c’era nessuno, che aveva trasformato Veloso in Pirlo, che grazie a lui Jankovic era il nuovo Messi e che gli allenamenti a porte chiuse erano sì non particolarmente lunghi, ma di un’intensità tale da far sembrare il sergente di Full metal Jacket come una simpatica mammoletta.
Si è visto. Malesani non è riuscito a dare al Genoa una dignità (come si è visto dalla vicenda delle maglie), nè tantomeno un gioco degno di questo nome e nemmeno una preparazione atletica sufficiente, visto che qualsiasi avversario gioca a velocità doppia. E i punti - obiettivamente non pochi - raggranellati nella prima fase della stagione sono da ascrivere in grandissima percentuale al «fattore c», o se preferite il verbo malesaniano al «culo».
Non bastasse tutto questo, Malesani ha toccato il fondo quando - dopo Novara - pur senza mai nominarlo esplicitamente, ha gettato tutte le colpe addosso a Marino, facendo una conferenza stampa in cui sembrava ci fosse un avanti Malesani e post Malesani, come se si parlasse delle epoche storiche avanti e dopo Cristo. Con l’unica piccola differenza che, al di là delle braccia aperte in panchina, il Male di miracoli non ne fa.
Tutte queste cose, le ho dette prima, durante e dopo. Prendendomi gli insulti di chi capisce poco di calcio, ma ama scrivere sui blog, protetto dall’anonimato; l’ironia di chi pensa che basti dare ragione a Preziosi per avere ragione e il rifiuto anche solo di un saluto al ristorante da parte di Malesani. Tutte circostanze per cui nessuno chiederà scusa, ma che non mi hanno mai fatto cambiare idea.
Malesani - e lo dice la sua storia - era il peggiore allenatore possibile immaginabile per il Genoa, l’unico che poteva accompagnarlo verso la retrocessione. E ce l’ha quasi fatta.

Speriamo che la chiamata di De Canio, cosa buona e giusta, non sia tardiva. Di fronte a uno sfacelo simile, sarà comunque durissima.
Quanto a Malesani, si è dimostrato un Cavasin con la parrucca, come ho scritto in tempi non sospetti. Ma Cavasin era simpatico.

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