Politica

Giusto smascherare i tanti moralizzatori senza titoli

Ferrara dice che la vicenda farà perdere voti al Pdl: sarebbe come dare agli elettori degli imbecilli

Caro Direttore,
fra tanti bigottismi che vedo in giro, voglio manifestarLe pubblicamente la mia solidarietà, che in tanti Le hanno espresso privatamente.

Se il Dott. Boffo non si fosse impancato a fustigatore dei cattivi costumi, non avrei approvato l’intrusione nella sua vita privata, anche se responsabile di atti penalmente rilevanti. Ma il Dott. Boffo ha voluto ergersi a moralizzatore senza averne i titoli e Lei ha fatto benissimo a smascherare tanta ipocrisia.

Con la pubblicazione degli atti di cui il direttore di Avvenire si è reso responsabile, Lei ha messo in luce la vera moralità di interventi censori sulle vicende private del presidente del Consiglio, interventi che evidentemente non rispondevano a fini edificanti ma all’acquisizione di non onesti vantaggi politici.

Si è detto a suo tempo che la Chiesa italiana e il suo giornale, Avvenire, non potevano rimanere estranei a vicende che riempivano pagine e pagine di giornali ed erano al centro del confronto politico. Ma per far capire che i vescovi seguivano la vicenda, e non apparivano, bastavano poche righe o il silenzio, la scelta dell’Osservatore Romano. Erano proprio necessarie le ampie cronache e le numerose, petulanti, provocatorie richieste di chiarimento rivolte a Berlusconi quando tutto era già chiaro e di ogni episodio si conoscevano fino ai più miserevoli risvolti?
Ha preso atto il Dott. Boffo della dichiarazione del capo del Governo di non conoscere la professione delle signore condotte a Palazzo Grazioli? Ha preso atto della dichiarazione (confessione) di Berlusconi: «Non sono un santo» con cui si gettava la pietra tombale sull’intera vicenda? Non mi risulta.

L’atteggiamento di Avvenire è andato avanti sullo stesso tono di critica al premier e al governo fino all’incredibile, penoso, diffamatorio paragone fra la tragedia della scialuppa con gli eritrei spersa nel Mediterraneo e la Shoah, lo sterminio degli ebrei nella Germania nazista.

Ed ora, per amor di pace, dovremmo tutti stare zitti e buoni e prendere per vera la favoletta del Boffo finito nei guai, che si accolla il risarcimento alla donna molestata, la pena e la multa del Tribunale di Terni per amore di un ragazzo tossicodipendente, il vero autore delle telefonate intimidatorie fatte dal suo cellulare, al quale Boffo voleva evitare il trauma del processo e della condanna?

Caro Feltri, che la Sua pubblicazione delle avventure del Dott. Boffo possa mettere in crisi i rapporti fra l’Italia e la Santa Sede è un’altra balla messa in giro da chi vorrebbe che del Direttore di Avvenire, come dei tanti moralisti dei miei stivali (così li avrebbe definiti mio padre) che sempre hanno dato lezioni di morale e buon costume senza averne alcun titolo, non si dicesse più una parola né si scrivesse una riga. Se al posto del Dott. Boffo ci fosse stato Lei, caro Feltri, stia sicuro che Le avrebbero riservato lo stesso linciaggio che allora, per altri motivi, fu riservato a Craxi.

Nemmeno è credibile - altra balla che circola - che la Sua pubblicazione possa provocare uno smottamento di voti fuori dal Popolo della libertà. Giuliano Ferrara, che già vede un Casini raddoppiato, ha preso un abbaglio pari a quello che l’ha portato a fondare il partito del «No aborto». Che i cattolici italiani abbandonino il Pdl perché il Giornale ha smascherato un ipocrita, è affibbiare loro una patente di imbecillità che non meritano.

Lei ha fatto un lavoro egregio che ha portato più lettori a il Giornale e indirettamente più consensi al Pdl. Sbagliano coloro che vogliono leggere la vicenda in chiave italiana. Se c’è una chiave, essa sta nelle alte gerarchie vaticane, come ben dimostra l’astuto volantino distribuito ai vescovi con la sentenza di Terni.

Ma è proprio su questo aspetto che nessuno in Italia ha interesse ad intervenire perché noi tutti vogliamo continuare ad avere con il Vaticano buoni rapporti.
*Sottosegretario agli Affari esteri

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