da Parigi
Una semplicità molto complicata, un'intelligente acrobazia sul filo della modernità. Riccardo Tisci, trentunenne direttore creativo delle collezioni donna di Givenchy, ha come si suol dire steso la sofisticata Parigi della moda con il suo impeccabile lavoro su forme, volumi e proporzioni. L'eterno insieme di gonna e camicetta, nelle sue mani diventa un esercizio di stile in cui la curva del cerchio si allunga a colonna mentre a livello di collo, maniche o schiena succede di tutto. Volant schiacciati, aperture fulminanti, ricami di gusto grafico ispirati alla natura: le nuove camicie di Givenchy sono dei piccoli capolavori. Le modelle capitanate da Mariacarla Boscono, musa ed amica dello stilista, non hanno tanto sfilato quanto passeggiato attorno a una gigantesca sfera bianca che divideva con metafisico rigore gli spazi del Tennis Club di Parigi. «Riccardo ha fatto una gran ricerca d'archivio trovando cose che non aveva mai visto nessuno» ha detto Marco Gobbetti, amministratore delegato della griffe controllata dal Gruppo Lvmh.
«C'è anche qualcosa di britannico e un tocco di Walt Disney: le orecchie di Pluto su una borsa oppure nelle propaggini di certi orli» ha aggiunto il designer cercando tra il pubblico adorante un solo volto che per lui ne vale dieci. Ad applaudirlo c'erano infatti la madre Ermelinda e sei delle sue otto sorelle. Piangenti e plaudenti come molte delle persone in sala.
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