Salone del Mobile

Il Gmobile: racconto di un evento nell'evento

Hanno girato Milano in lungo e in largo, ciascuno munito del proprio i-Phone e della propria personalità. Ecco il racconto delle cinque giornate del Gmobile

Il Gmobile: racconto di un evento nell'evento

Si sono seduti intorno a un tavolo e hanno tratto il dado, impegnandosi a realizzare con fedeltà e brillantezza il progetto che stavano mettendo in piedi. E si sono divertiti da matti.

I tredici ragazzi del G Mobile hanno girato Milano in lungo e in largo, ciascuno munito del proprio i-Phone e della propria personalità, con indosso una polo bianca che li rendeva riconoscibili. Ogni giorno dopo pranzo una riunione di redazione, in cui si cercava di dosare l’adrenalina con un’agenda precisa di eventi da seguire. E poi, ricevuta la benedizione di Andrea Pontini per Il Giornale e di Ivan Berni per Lab. Iulm, scambiato un cinque con gli angeli custodi della redazione on line, si andava, si partiva per le strade.

Si lavorava in gruppi di due o tre, con una missione in tasca e tanta energia da spendere. Si mandava il flash alla pagina Twitter, si scattava la fotografia da postare su Facebook, si girava il video da pubblicare sulla home page e sul canale di You Tube. Ci si emozionava, pensando che alcune cose fossero visibili sul maxi schermo di Piazza del Duomo. E i tredici reporter erano costantemente coscienti del fatto di essere loro stessi – accanto al Fuorisalone che stavano seguendo – evento nell’evento. E si misurava l’intesa tra di loro, e si esultava quando un collega riusciva a fare qualcosa di entusiasmante.

Il G Mobile è stato capace di avvicinare Silvio Berlusconi, di farsi salutare dal sindaco di Milano Letizia Moratti, di bere un aperitivo con Adriano Galliani e Pato. I ragazzi hanno mostrato giardini incantati e oggetti comunicanti, hanno raccontato di capelli tagliati in vetrina, di comode poltrone o letti del design contemporaneo, di tecnologie di tanti tipi, e di cucina e di arte e di musica. E poi un’intervista, e poi una corsa, e poi tornare al quartier generale e ricevere un applauso da tutti gli altri.

Diversi i fili conduttori, utili a far sì che lo spirito dell’happening – proprio di una manifestazione del genere – non restasse privo di senso. E così il viaggio attraverso i velocipedi più strani, così come quello che ha rintracciato le nazionalità sfaccettate delle persone. E così i diversi raccordi che si provavano a comunicare anche attraverso un tweet. Oltre ai due giochi, che ha imparato a conoscere chi ha seguito la settimana: la ricerca delle “facce da salone”, e il coro dei “Milano è Mobile”. E tutta la voglia di pubblicizzare l’evento, magari bloccando la strada per dire al pubblico che potevano trovare tutto sul sito e sulle varie piattaforme.

Chi scrive era uno dei tredici ragazzi. E benedice quel dado tratto, e si commuove al ricordo del backstage, e avrebbe tanta voglia di rivivere l’atmosfera di quella settimana. È stato un trionfo. E un modello per chi avrà intenzione di coprire un evento importante, in una maniera così moderna da essere riuscita a mettere tutto il futuro in un salone.

LabIulm - Salvatore Todaro

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