da Milano
Alle banche Usa, aveva lasciato una sola scelta: raccogliere altri 65 miliardi di dollari di mezzi freschi per rimettere insieme i cocci da subprime. A quelle europee, Goldman Sachs offre invece due possibilità: rastrellare tra i 60 e i 90 miliardi di euro per mantenere stabili i livelli patrimoniali; oppure, non distribuire dividendi per un anno intero. Due opzioni comunque difficili da digerire per le Borse, anche perché accompagnate dai tagli alle previsioni sui risultati e alla limatura dei prezzi obiettivo con cui la merchant statunitense ha colpito una quarantina di istituti del Vecchio continente.
Il timing con cui Goldman ha diffuso il report è stato da manuale: ieri Wall Street era chiusa per la Festa dellIndipendenza. Privi della bussola finanziaria per eccellenza e di dati macroeconomici dallAmerica, esaurita la spinta derivante dalla convinzione che la Bce si prenderà una pausa dopo la mini-stretta decisa giovedì, i mercati hanno così finito per assegnare un forte peso allanalisi della banca daffari. Il settore del credito è stato infatti falcidiato dalle vendite, con lindice di riferimento Dj Stoxx crollato del 3,35%, nonostante Ubs - listituto europeo più colpito dal ciclone dei mutui a rischio di insolvenza - abbia annunciato un andamento del secondo trimestre superiore a ogni aspettativa: le perdite temute non ci saranno, ha assicurato la banca svizzera, e verrà addirittura sfiorato il ritorno alla redditività. Il titolo è stato comunque risucchiato nel vortice ribassista, finendo per chiudere in calo del 2,57% dopo un balzo superiore all8% durante la seduta.
Più contenute, ma comunque di una certa consistenza (la capitalizzazione è scesa di 83 miliardi), sono state invece le flessioni degli indici generali: a Parigi il Cac40 ha perso l1,80%, a Francoforte il Dax l1,28% e a Londra il Ftse100 l1,16%, mentre a Milano il Mibtel è arretrato dell1,61% (2,6% la flessione settimanale) anche per effetto del pessimo dato sui consumi privati.
Oltre al report di Goldman, ai mercati certo non sono piaciute le parole con cui il direttore del Fondo monetario internazionale, Arrigo Sadun, ha commentato la situazione del sistema bancario mondiale. Posto che lFmi colloca a quota 1.000 miliardi di dollari le perdite complessive causate dalla crisi, Sadun ha detto che «la parte subprime è di 600-650 miliardi, mentre le banche ne hanno riconosciute solo 400: possiamo dunque dire che siamo ben lontani dalluscita del tunnel». Anche perché la crisi («La peggiore dal 29 per il settore immobiliare») si sta allargando ad altri settori e la prospettiva di un prossimo rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve «crea stress al sistema finanziario». Quindi? «Se tutto va bene - ha proseguito Sadun - tocchiamo il fondo alla fine di questanno».
Poco incline allottimismo è anche lagenzia Fitch, che ha rivisto al ribasso, portandola all1,6%, la stima di crescita per il 2009 di Usa, euro zona, Giappone e Gran Bretagna.
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