GOLDONI «Il Teatro Comico» dalla Biennale al San Babila

Fino al 2 dicembre in scena la commedia che illustra la riforma teatrale dell’autore veneziano, protagonista la coppia Milani e Simoni

Trecento anni non sono certo cosa da poco, figuriamoci se a compierli è il maggiore drammaturgo italiano, Carlo Goldoni. Il Teatro San Babila ha voluto celebrare degnamente tale occasione, e ha scelto di ospitare la Compagnia Stabile del Teatro di Bolzano con il testo presentato alla Biennale di Venezia di quest'anno, Il Teatro Comico di Carlo Goldoni, in scena fino al 2 dicembre.
Un testo che è una perfetta descrizione della riforma teatrale goldoniana: portato in scena per la prima volta in forma privata nel Palazzo Litta di Milano, Goldoni lo ha poi utilizzato per inaugurare la stagione teatrale veneziana del 1750-51 del Teatro Sant'Angelo. Incredibile ma vero, già in quel tempo e in quel testo Goldoni utilizzò già certe tecniche drammaturgiche e teatrali che hanno anticipato i lavori di alcuni nostri illustri teatranti o cinefili, prima fra tutte quella del «teatro nel teatro» (vedi I sei personaggi in cerca d'autore di Pirandello o Otto e mezzo di Fellini): gli attori della compagnia di Girolamo Medebac, del quale lo stesso Goldoni fu drammaturgo stabile, stanno provando il loro futuro spettacolo, una farsa intitolata «Il padre rivale del figlio». Si racconta in scena, quindi, la vita quotidiana di una compagnia teatrale del tempo, le prove e i vari accadimenti paralleli. Goldoni ha creato tale occasione per esprimere le linee direttive della propria riforma teatrale: ogni personaggio ha una identità precisa e un carattere personale, le maschere esistono ancora, ma perdono la loro funzione puramente iconografica, crolla il ruolo del cantante e del capocomico in virtù di un'attenzione maggiore per la recitazione.
Dichiara Mario Maramotti, direttore attento e appassionato: «La celebrazione di Goldoni è un fatto storico, che mi emoziona, volevo che fosse festeggiato con il giusto onore». Sul palco un gruppo di interpreti, Carlo Simoni e Patrizia Milani come protagonisti, di lunga esperienza insieme sui testi goldoniani, per la regia di Marco Bernardi: «La lingua di Goldoni è molto difficile da recitare, ogni spettacolo è parte di un progetto di riforma del teatro più ampio», commenta il regista. Infatti con Goldoni si abbandonano le maschere e i ruoli della Commedia dell'Arte, si arriva all'uso di un copione scritto, battuta per battuta. E proprio «questo spettacolo fu una commedia di "prova" - continua Bernardi - fu creato ad hoc dal drammaturgo per spiegare il suo progetto di riforma».
«Mentre gli altri attori guardano con scetticismo alle nuove idee di Goldoni, Placida è un'incendiaria: lei vuole cambiare. Crede nelle idee del drammaturgo» dichiara la Milani, prima attrice nel ruolo di Placida, dando rilievo alla figura della donna in teatro, «come del resto iniziò a fare proprio Goldoni». Una recitazione chiara, «credibile e naturale - dice Carlo Simoni- che è la difficoltà che s'incontra quando si vuole recitare Goldoni: la sua è una riforma del teatro completa, anche linguistica.

Non è solo veneziano, la sua è una lingua "mista" perché voleva portare il suo teatro oltre gli stretti confini della laguna».
Il Teatro Comico
fino al 2 dicembre
San Babila
Tel 02/795469
www.teatrosanbabila.it

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