Riccardo Signori
L’Inter gioca da leader, realizza gol con i cannoni della compagnia, scopre che Ibrahimovic sa anche segnare e, sebben i paganti siano solo quattromila, dimostra che ogni tanto la gente nerazzurra se la può godere senza pensieri. Adriano è in Brasile, ma qui ci sono Cruz e Recoba a tener spartito per il gol. Coppia di riserva, ma con la voglia di non mollare il posto. Poi c’è stato anche il Livorno che non ha negato il suo simpatico coinvolgimento: non prendeva reti in campionato da 393 minuti, solo quattro reti subite in sette giornate di campionato. Ieri ha raddoppiato. Al trecentonovantaquattresimo è cominciata la grandinata. L’Inter gli ha rifilato quattro reti e un palo: non proprio esaltante per la miglior difesa del campionato. Ma da queste parti non è mai aria: l’anno scorso i toscani subirono cinque reti. Ieri sera l’Inter si è fermata a quattro, dopo aver subito lo scossone da delirio quando Lucarelli ha infilato il testolone sul pallone che valeva il 2-1. Solita distrazione nerazzurra, che non depone a favore della tranquillità futura, ma subito rimediata dal lavoro di coppia di Stankovic e Ibrahimovic che, al minuto 26 del secondo tempo del 25 ottobre, ha finalmente dimostrato di saper ancora segnare.
Quattro reti per andare al derby sentendosi squadra da primato in classifica. Almeno in casa, l’Inter sta prendendo qualche buona abitudine: pochi minuti per disegnare subito faccia alla sua partita. Era successo con lo Spartak, l’idea si è riproposta contro il Livorno. Guarda caso, sempre con Cruz e Recoba a guidar l’attacco. E il Chino a metter piede e suggerire la palla gol. Buona notizia se non fosse che, dopo mezz’ora, l’uruguayano ha dovuto alzar bandiera bianca e lasciare la compagnia per l’ennesimo problema fisico. Stavolta lo ha azzoppato un colpo preso da dietro: gli ha rovinato la serata e magari le prossime partite. Problemi che non sono più un caso, ma un’abitudine. Ieri sera Recoba ha subito innescato il suo sinistro per servire palloni calibrati e comunque problematici per la difesa del Livorno. Colpo da maestro, ma strizzar d’occhio della buona stella dopo un minuto e 18 secondi di gioco: Materazzi tira malaccio, la difesa respinge. Recoba da destra recupera il pallone che calcia verso l’area. Pfertzel è sulla sponda opposta e compie il capolavoro al contrario infilando in porta una palla che il suo piede avrebbe voluto spingere in corner.
Svarione da comica calcistica che ha messo il Livorno con l’affanno. Senza Lucarelli, poi entrato nella ripresa, la squadra di Arrigoni ha cercato di ritrovare logica della sua partita e gioco, ma l’Inter si è messa a mordere come un cane a caccia dell’osso: nel caso la rete del raddoppio arrivata undici minuti più tardi. E con modalità meno casuali. Recoba ha calciato palla tesa dal corner e Materazzi, con determinazione da centravanti vecchio stile, è andato a infilare palla di testa, mentre Grandoni si aggrappava alla sua maglia. Due gol per mettersi tranquilli. Poi partita ben giocata, lasciando pochi sogni e poco campo al Livorno. Cruz ha provato in tutti i modi a metter palla in rete, ma nel primo tempo ha mandato all’attivo solo un palo. E nella ripresa si è ripagato con una stilettata di testa che ha ripagato la sua voglia di goleador. Ibrahimovic ci ha provato sempre, ma i suoi conti con i gol hanno rischiato il rosso finchè Stankovic non gli ha messo sul piede quel pallone da calciare in rete: come un colpo da stecca di bigliardo. Anche se poi c’è stata qualche parola di rabbia incomprensibile.
E ieri sera non era match da nervi tesi, ma da metter il sorriso a tutti: Stankovic e Vieira hanno dato sostanza al centrocampo, i difensori laterali Maicon (Zanetti era in panchina) e Grosso hanno galleggiato come dignitosi scolaretti. Gli attaccanti si sono scatenati al momento giusto. Cosa volere di più?
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