Golf: verso la Ryder Cup

Nella vita non esistono scelte che non provochino effetti collaterali. E quelli scaturiti dalla decisione di capitan Montgomerie di tagliare dallo squadrone europeo di Ryder Cup gli inglesi Justin Rose e Paul Casey per far posto invece a Donald, Harrington e al nostro Edoardo Molinari, hanno prepotentemente cominciato a rimbalzare nel circo golfistico mondiale.
«È stata una selezione interessante. Non penso che molte altre persone avrebbero scelto questi tre giocatori» sono state le parole, dure come macigni, di Rose. Insomma: Justin, nonostante di solito abbia la vitalità di un posacenere, questa volta ha schiacciato a manetta il tasto Delete sul suo self control squisitamente british ed è andato giù pesante. Certo: dalla sua, l’inglesino poteva vantare il titolo di miglior giocatore di giugno, guadagnato grazie a due strepitose vittorie sul Pga tour americano (AT&T e Memorial), oltre a un invidiabile record di tre vittorie sui quattro match giocati nel 2008 a Valhalla. Lì, in una Ryder da cestinare per gli europei, lui e l'amico Ian Poulter, schierati insieme in doppio, erano stati indiscutibilmente la «best thing» di capitan Faldo. Ma due anni sono trascorsi da allora e, si sa, all'inizio di ogni selezione di Ryder si azzera il passato e si ricomincia tutto daccapo.
Più diplomatico del suo connazionale, è stato invece Paul Casey, l'altro grande escluso del team. Numero nove del mondo, è indiscutibilmente uno specialista del match play. Proprio per questo, il più stupito per la sua mancata convocazione era proprio lui. Il quale, ironia della sorte, domenica pomeriggio, a squadra annunciata da pochi minuti, stava giocando negli States nello stesso tee time di Harrington. Mentre l’irlandese veniva festeggiato in campo dalla moglie per la selezione, nessuno si congratulava con Paul. Il messaggio era chiaro: Monty non ti ha scelto.
Se si vogliono ricercare i come e i perché delle decisioni del capitano europeo, bisogna ricordare due punti chiave: il primo è la massiccia presenza di esordienti nel team (ben sei, un record per l'Europa), che probabilmente ha convinto Montgomerie a scegliere un campione di assoluta esperienza come Harrington, nonostante l'irlandese non attraversi un buon periodo di forma e, soprattutto, sia a caccia di una vittoria addirittura dal Pga Championship del 2008.
Il secondo punto è che sia Rose che Casey hanno decisamente peccato di presunzione, saltando a piè pari entrambi gli appuntamenti (Wales Open e Gleneagles), che a inizio stagione Monty aveva invece chiaramente dichiarato necessari ai fini di una selezione. E se Edoardo era presente in entrambe le occasioni, Luke Donald, arrivando direttamente dall'America, si era almeno presentato (per altro, in un discreto stato di forma) al Celtic Manor. Justin e Paul, invece, erano invece serenamente sedimentati negli Stati Uniti.
Ora.

Siccome la Ryder Cup è un gioco di squadra, ciò che il capitano chiede, deve diventare automaticamente legge per tutti i giocatori. Senza possibilità di sconti. E questo Montgomerie lo sa benissimo. Meno bene lo sapevano Rose e Casey: nel 2012, dunque, se vorranno ancora essere parte del team europeo, faranno meglio ad ascoltare, prima di fiatare.

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