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Il golpe contro Erdogan? Era solo una bufala: tutti scarcerati i generali

Sono stati scarcerati nelle ultime 48 ore altri 28 militari dei circa 50 arrestati lo scorso 22 febbraio perché ritenuti coinvolti in un presunto colpo di stato da realizzare tra il 2002 e il 2003 contro il partito di radici islamiche Giustizia e Sviluppo (Akp) del premier Tayyip Erdogan da poco salito al potere. Al momento in cella ci sarebbero rimasti solo sette dei fermati un mese e mezzo fa in un’operazione che per la prima volta in Turchia aveva visto finire in manette anche militari in servizio e che aveva dato al premier la possibilità di affermare - senza precisare date - che «in Turchia è stato sventato un colpo di stato».
La notizia della scarcerazione è data oggi con evidenza dai giornali, alcuni dei quali (i laici) plaudono alla decisione del Consiglio Supremo dei Giudici e dei Procuratori (Hsyk, l’equivalente del Consiglio Superiore della Magistratura in Italia) che in pratica sgonfia la vicenda mentre altri (i filo-Akp) la bollano come un tentativo di insabbiare il processo contro i presunti golpisti. Gli alti giudici, da parte loro, hanno ordinato il rilascio degli arrestati «per mancanza di serie prove circa i reati loro addebitati». Le accuse a loro carico spaziavano da tentata strage a tentato colpo di stato.


Tra i militari finiti in carcere c’erano generali in pensione, ammiragli in servizio e circa 30 ufficiali di vario grado. Tra di essi anche l’ex generale dell’esercito Cetin Dogan rilasciato giovedì notte, ritenuto l’ideatore del presunto piano eversivo chiamato in codice «Balyoz», martello.

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