da Milano
Ha vinto il gran premio della giuria a Cannes. Si è subito trasformato nel simbolo della riscossa del tanto bastonato cinema italiano allestero. Ma a distribuirlo nel mondo non sarà una società italiana, ma una inglese. È un piccolo paradosso nostrano: del film Gomorra, prodotto dalla Fandango di Domenico Procacci e in parte dalla Rai, non detiene i diritti per la distribuzione allestero Rai Trade, la società che commercializza i prodotti della Tv pubblica (film, fiction, sport e musica) nel mercato mondiale. Il perché di questa stranezza la giriamo allamministratore delegato Carlo Nardello, alla guida di Rai Trade da luglio dopo aver lasciato la direzione del marketing della tv pubblica.
«Posto che la vittoria di Gomorra va vista come una grande opportunità per tutto il nostro cinema, anche per noi che non ne abbiamo i diritti, penso che ora bisogna guardare al futuro. Certamente come società dovremo giocare un ruolo più attivo ed efficiente. Nel nuovo piano editoriale la distribuzione è diventata strategica». In parole povere, come si fa a far guadagnare soldi alla Tv pubblica sui film che lei stessa aiuta a realizzare? E che, tra laltro non manda in onda, perché dopo essere passati in pay tv fanno poco ascolto? «Prima di tutto stiamo sviluppando una rete di distribuzione più efficiente irrobustendo la presenza dei venditori su tre mercati: Paesi di lingua inglese, Europa e Asia. Bisogna essere fisicamente presenti nei Paesi, nei Festival, e seguire la promozione da vicino per ottenere dei risultati. La seconda idea è quella di riproporre, come si fece alcuni anni fa, una sala a Broadway tutta dedicata al cinema italiano. Ovviamente per farlo abbiamo bisogno dellaiuto delle istituzioni».
Rai Trade, oltre al settore cinema (I Viceré, La meglio gioventù, Caterina va in città, Il cuore altrove alcuni dei titoli distribuiti), si occupa anche della vendita allestero delle fiction, che costituiscono il punto di forza, della musica (tra gli altri prodotti i concerti della Scala e del Maggio Fiorentino) e dello sport. «In questultimo settore - conclude Nardello - sarebbe importante ottenere la concessione - di cui si sta discutendo in questi giorni - della vendita internazionale del campionato di serie A dal 2010 al 2013».
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