Cronaca locale

Gonzales stella del volley «salta la rete» per sfuggire a Castro

Il nazionale cubano ha ottenuto asilo politico Ora gioca per pochi euro a Milano e sogna l’Isef

Alessandro Ruta

Vi ricordate di Javier Gonzales, il ventiduenne giocatore di pallavolo cubano rifugiatosi in Italia per sfuggire alla dittatura di Fidel Castro? Aveva chiesto diritto d’asilo da noi dopo essere fuggito dal ritiro della sua nazionale, che si trovava in un albergo del milanese. Lui che di quella squadra era uno dei punti fermi, era scappato di notte come un ladro indossando una maglietta sportiva per poter passare inosservato.
Due mesi fa il suo dramma era salito alla ribalta delle cronache come ulteriore riprova delle pessime condizioni in cui si trovano gli abitanti dell’isola caraibica.
La vicenda è giunta ad una conclusione soddisfacente, perché proprio ieri Javier ha ottenuto il tanto sperato diritto d’asilo. A coordinare l’operazione, fin dal momento della fuga dal ritiro, erano stati i Radicali. In particolare Alessandro Litta Modignani: «Ora cercheremo parlamentari che possano sostenere le vicende di chi scappa dal regime dittatoriale di Castro, in modo che l’Italia prenda una linea precisa sul problema», ha commentato Litta Modignani. Durante tutto questo periodo, Gonzales ha vissuto a Milano, da solo, in un appartamento pagato da un’associazione europea di esuli cubani. Non è un fanatico anti-castrista, ma è solamente convinto che nel suo paese «manca la libertà». Ha rinunciato in maniera definitiva alla pallavolo di alto livello, accontentandosi di partecipare a tornei secondari di beach volley. Ne ha vinto anche uno, a Bressanone, riuscendo a guadagnare quattrocento euro. Ora gli toccherà ricostruirsi una carriera lontano dall’ambiente che, quando era ancora più giovane, lo aveva consacrato come uno dei giocatori più promettenti del mondo. O magari coronare il sogno della sua vita: insegnare educazione fisica.
«Non ho nostalgia di Cuba. Mi manca solo mio padre, che ho lasciato là, ma che sapeva della mia decisione. Milano mi piace, anche se è un po’ caotica. Posso fare quello che preferisco, magari iscrivermi all’Isef. Adesso come adesso non posso giocare per nessuna squadra che non sia cubana. Ci vorrebbe un nullaosta da parte della mia federazione. Il che, ovviamente, è impossibile».
A Javier, probabilmente, la politica nemmeno interessa.

Lui, l’ex alzatore di una delle nazionali di pallavolo più forti al mondo, si accontenterebbe di trovare un lavoro normale.

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