Bye-bye, Yahoo: Google saluta e se ne va, rompendo lallenza nel settore della pubblicità on line perché stanca di sentire il fiato sul collo dellAntitrust Usa, poco convinta che lintesa non avrebbe ostacolato la concorrenza.
Le strade dei due gruppi dunque si separano, e probabilmente non senza conseguenze. Soprattutto per Yahoo, che ora potrebbe essere costretta a tornare sui propri passi e a rivedere il gran rifiuto opposto a più riprese nei mesi scorsi allofferta di Microsoft da 33 dollari ad azione. Con i chiari di luna recessivi e con il titolo che a fatica galleggia sopra i 20 dollari, per il secondo motore di ricerca la scelta di mantenere lindipendenza potrebbe rivelarsi strategicamente fallimentare.
«Yahoo! non ha molte buone opzioni» davanti a sè, afferma il Wall Street Journal. «Un accordo con Aol si limiterebbe a unire due realtà in calo, facendole probabilmente affondare più rapidamente. Le società tradizionali di media che hanno provato a corteggiare Yahoo sono ora troppo deboli per presentare unofferta. E, data lattuale situazione economica, una ripresa di Yahoo appare lontana».
Il gruppo fondato da Jerry Yang e David Filo potrebbe quindi essere costretto a bussare alla porta di Microsoft. Il gigante di Richmond ha tuttavia smentito i rumor circolati ieri secondo cui sarebbe già in trattative avanzate per acquisire Yahoo al prezzo di 17-19 dollari per azione. Le voci, relative anche a dimissioni da parte di Yang, avevano fatto schizzare fino all11% i titoli Yahoo.
Laccordo fra Yahoo e Google era stato annunciato in giugno. Per la sua entrata in vigore le due società avevano stabilito 100 giorni.
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