E dire che lhanno insignito del premio Nobel per la pace. Di certo ieri Al Gore (nella foto), lex vicepresidente americano arrivato a Milano per ricevere la cittadinanza onoraria, con i giornalisti presenti è stato tuttaltro che conciliante. Lex politico americano ha dato infatti al suo staff indicazioni chiarissime riguardo alla stampa: niente domande. Di nessun tipo. Anzi: Gore si sarebbe anche lamentato con lorganizzazione della cerimonia per la presenza stessa dei giornalisti. Il motivo? A quanto pare il premio Nobel per la pace - che gira il mondo tenendo conferenze sullemergenza inquinamento e surriscaldamento climatico -, non vuole che le domande dei cronisti rovinino leffetto della sua oratoria. Poco importa se invece che a teatro si trova ad una cerimonia ufficiale in un Paese straniero.
Uno sgarbo istituzionale non privo di precedenti: Gore era infatti atteso a ricevere lonorificienza già l8 maggio scorso, dopo aver incontrato gli studenti dellUniversità Cattolica. La premiazione era però saltata allultimo minuto, nellimbarazzo generale, perché Gore avrebbe voluto evitare la sovrapposizione mediatica dei due eventi.
Passati i mesi e digerito il boccone amaro, per la giunta Moratti sembrava giunto il momento di consegnare con tutti gli onori del caso il riconoscimento, votato fra laltro in tutta fretta dal Consiglio comunale a suo tempo con 42 favorevoli, 2 astenuti e un solo contrario.
E invece, altro che onori: Gore ha pensato bene di dettare le regole. Via libera allora ai siparietti, come quando, nello stringere la mano del consigliere dei Verdi Baruffi, ha commentato «Oh, good!».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.