da Roma
La soddisfazione, ammette in privato durante le tante telefonate che si rincorrono nella giornata, «è di quelle che si provano poche volte nella vita». Esattamente due anni fa, nelle ore che precedevano il voto che avrebbe poi certificato un sostanziale pareggio, erano in molti a dare Silvio Berlusconi per politicamente finito. Ventiquattro mesi e qualche giorno dopo, il Cavaliere torna a Palazzo Chigi con una maggioranza schiacciante. Un «vittoria di squadra», ripete al telefono con Gianfranco Fini e Umberto Bossi, anche se il futuro premier la sente soprattutto sua. Non solo perché le ultime due settimane non si è risparmiato comizi e interviste, al punto di dover ricorrere agli aerosol di cortisone per salvare la voce, ma pure perché alla fine il progetto del Pdl lanciato a San Babila e la scelta di correre in solitaria - senza Udc e Destra - ha pagato. Insomma, confida durante la cena ad Arcore con Fedele Confalonieri, Adriano Galliani, Niccolò Ghedini, Sandro Bondi e Bruno Ermolli, «questo è un momento storico». Un concetto ribadito a notte, quando a Villa San Martino arrivano Umberto Bossi e i colonnelli leghisti.
Ma alla soddisfazione non si unisce leuforia perché, spiega più volte in privato il Cavaliere a metà pomeriggio, «ora dobbiamo rimboccarci le maniche» e «affrontare un periodo difficilissimo». Un concetto che ribadisce anche a Paolo Bonaiuti quando i due si sentono per concordare la dichiarazione da fare di lì a qualche ora a Porta a Porta. Tanto che il suo portavoce lo descrive «felice della vittoria» ma «sereno» e «tranquillo». E infatti - collegandosi a sera prima con la Rai, poi con Mediaset e Sky - Berlusconi non lascia spazio a trionfalismi se non per dire che «per il nostro Paese è un grande risultato». «Che avremmo vinto - aggiunge - lho sempre detto. Sono commosso per la prova di fiducia che mi è giunta da tanti cittadini che ringrazio con tutto il cuore». Poi, però, il leader del Pdl guarda al futuro. «Sento una grande responsabilità - dice - perché ci aspettano momenti difficili. Richiederanno una prova di governo di straordinaria forza e capacità riformatrice. Per questo opererò con tutto il mio impegno per i prossimi cinque anni».
Grande disponibilità, poi, verso lopposizione. «Ho gradito molto la telefonata di Walter Veltroni», spiega, che «mi ha fatto gli auguri di buon lavoro». E ancora: «Confermo lassoluta apertura affinché il dialogo ci sia e sia fruttuoso». Anche rispetto a Pier Ferdinando Casini perché «andremo daccordo con tutti coloro che vorranno lavorare con noi per il bene del Paese». Insomma, «sulle riforme siamo pronti a lavorare insieme». Tanto da non essere contrario a «riesumare la commissione Bicamerale fatta nel 94». «Non vedo alcun motivo - spiega - per non ripartire dai risultati a cui eravamo pervenuti con quel lavoro».
Ma Berlusconi guarda già ai prossimi giorni. «Avvieremo da subito - dice - la riforma della giustizia, lapplicazione della riforma della scuola e la modernizzazione della sanità». E «ci impegneremo subito per risolvere lemergenza rifiuti e il problema Alitalia». «Provvederemo con urgenza - aggiunge - alla riapertura dei cantieri delle grandi opere e al piano casa, per dare una casa ai giovani che ancora non ce lhanno a partire dalle città capoluogo. Da subito metteremo mano al lungo e duro lavoro necessario per la digitalizzazione e la riorganizzazione della pubblica amministrazione e per la riduzione dellevasione fiscale. Mai approverò un solo provvedimento che aumenti limposizione fiscale e indurisca la libertà dei cittadini».
Insomma, un Berlusconi che non si fa prendere dallentusiasmo. E che preferisce guardare già ai prossimi appuntamenti con prudenza e responsabilità. Daltra parte, confida in più duna telefonata privata, «ora ricadrà su di noi il difficile compito di fermare il declino».
Il Cavaliere, però, guarda anche alla politica estera che nei suoi cinque anni a Palazzo Chigi è stata uno dei suoi principali impegni. Il suo primo viaggio ufficiale da presidente del Consiglio sarà in Israele per i festeggiamenti dei 60 anni dello Stato. «Olmert - spiega - mi ha invitato e sarò lietissimo di essere presente per dare supporto allunica democrazia presente in Medio Oriente». Ma già giovedì dovrebbe avere un faccia a faccia con Vladimir Putin in Sardegna. Da ieri, infatti, lambasciata russa sta organizzando nel dettaglio lo scalo del leader del Cremlino a Portorotondo per un incontro privato a Villa Certosa.
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