Politica

Il governo accusa le Regioni: «Sprechi e spese immorali»

Il viceministro Vegas denuncia i governatori: osteggiano le grandi opere che favoriscono lo sviluppo e moltiplicano poltrone e consulenze

Antonio Signorini

da Roma

Spesa corrente impazzita e investimenti osteggiati. La via allo sviluppo così come la intendono le autonomie locali passa per la moltiplicazione di consulenze improbabili, dal boom di assessorati e poltrone accompagnati da un sistematico disinteresse per la spesa virtuosa, come quella per la realizzazione di infrastutture. Un atteggiamento «immorale». L’accusa più dura alle Regioni è arrivata dal più diplomatico tra gli esponenti del governo, il viceministro all’Economia Giuseppe Vegas. L’esponente di Forza Italia che nel suo ruolo di tecnico e di rappresentante del governo in Parlamento durante l’iter di quasi tutte le finanziarie della legislatura si è guadagnato il rispetto delle opposizioni di centrosinistra.
Presentando il Documento di programmazione economica e finanziaria al Senato, Vegas ha puntato il dito contro i governatori che «non stanno facendo altro che proporre politiche che, forse, non sono consone né a risparmi finanziari né allo sviluppo del Paese». Il riferimento di Vegas è anche alla richiesta di abolizione dei ticket regionali emersa dopo l’ultima tornata elettorale locale; una proposta che potrebbe provocare la stessa «esplosione della spesa sanitaria che si realizzò nel 2001 a causa dell’abolizione generalizzata dei ticket». Dalle giunte regionali arrivano poi istanze «per fermare opere infrastrutturali e, infine, con grande amarezza e tristezza, assistiamo a una proliferazione di assessorati e poltrone e di spese per consulenze che, forse, in questa situazione economica non fa bene al Paese».
L’affondo Vegas lo ha dedicato al caso Campania, che ha diviso anche la sinistra. Dopo la conferma del presidente Antonio Bassolino, al consiglio regionale campano sono state create le commissioni «al mare» e «al Mediterraneo». Per Vegas si tratta di «un indice di sfaldamento morale che dovrebbe preoccuparci molto di più di quanto non sia stato fatto a livello governativo».
La replica dei governatori non si è fatta attendere. Vasco Errani, presidente della conferenza delle Regioni e capo della giunta dell’Emilia Romagna ha definito «sconcertanti» le affermazioni di Vegas. La dimostrazione, ha aggiunto l’esponente dei Democratici di sinistra, di «come si continui a praticare quello sport dello scaricabarile che ci ha portato a risultati purtroppo tanto negativi per l’economia, per la finanza pubblica e per le istituzioni. Aggiungo che sono anni, non settimane, che le Regioni chiedono un confronto di merito per condividere le scelte strategiche per il Paese, trovandosi di fronte ad un muro di gomma fatto di annunci mai concretizzati, come Vegas sa bene».
Insomma i poteri locali cercano il confronto e l’accusa di avere spinto troppo l’acceleratore della spesa è un «polverone demagogico». «Noi - ha assicurato Errani - siamo pronti e disponibili a fare la nostra parte per il rilancio del Paese, anche contrastando gli sprechi, laddove vi sono, dei ministeri, delle Regioni e di tutta la pubblica amministrazione. Ma nessuno racconti favole sulla questione della sanità, sui servizi ai cittadini o sui temi dello sviluppo, sui quali il governo ha messo in atto politiche che hanno colpito e bloccato di fatto Regioni e istituzioni locali». Come l’inclusione nel Patto di stabilità interno degli investimenti, «una scelta nei fatti recessiva». Un’altra, indiretta, risposta a Vegas è arrivata da un esponente campano dei Ds, Aldo Cennamo, che ha chiesto al governo di cofinanziare il «reddito di cittadinanza» erogato dalla Regione Campania a 3.680 beneficiari, per un importo di 350 euro mensili.

L’esponente della Quercia con un ordine del giorno collegato al Dpef, ha chiesto che l’impegno sia raddoppiato con risorse erogate dal ministero del Welfare.

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