Il governo: c’erano gli anarchici ma gli agenti non hanno caricato

Pisanu rivendica la correttezza della polizia a Venaus: «Le uniche iniziative illegali sono state contro di loro». I carabinieri: la valle è in mano ai no global

Claudia Passa

da Roma

Nessuna carica da parte delle forze dell’ordine; anzi, «vivo apprezzamento» per la loro «grande professionalità» e lo «spirito di sacrificio». In attesa di riferire al Parlamento sugli incidenti della scorsa notte in Val di Susa, il ministro Beppe Pisanu rivendica la correttezza dell’operato degli agenti, accusati dalla sinistra di «cariche preordinate» e «atti illegali». Non solo: se «iniziative illegali» sono in atto, esse sono volte «a circondare le forze dell’ordine» e «a isolare l’intera Val di Susa».
Il Viminale ripercorre l’accaduto, a cominciare dalle 3 del mattino di ieri, quando «gli incaricati delle società Lft e Cmc - si legge in una nota - hanno proceduto in Val di Susa all’acquisizione dell’intera area destinata al cantiere Tav, con l’assistenza delle forze dell’ordine». Per far ciò «s’è resa necessaria anche la rimozione delle due barricate erette nei giorni scorsi dai manifestanti per impedire illegalmente l’esproprio dei terreni interessati». All’operazione «si sono opposti circa 200 aderenti ai comitati no-Tav e a gruppi antagonisti anarchici già presenti sul posto», raggiunti da «numerosi manifestanti». Il pensiero va alla «miscela preoccupante di legittima protesta popolare, speculazione politica e intrusioni eversive che rischia di esplodere da un giorno all’altro» denunciata nei giorni scorsi da Pisanu. Al fermento dei gruppi anarcoinsurrezionalisti e degli autonomi, alla condivisione di obiettivi con le formazioni d’estrema destra, al pericolo di saldature che aveva spinto il ministro ad ammonire: «Chi soffia sul fuoco della protesta (...) si assume così facendo responsabilità gravissime».
Il resoconto degli scontri prosegue. La resistenza «è stata superata dalle forze dell’ordine», ma - sottolinea il Viminale - «senza l’effettuazione di alcuna carica». «Inevitabili» i contatti fra agenti e manifestanti, dunque gli «incidenti con alcuni contusi e lievi feriti da entrambe le parti». Poi il j’accuse: «Al momento sono in atto diverse iniziative illegali volte a circondare le forze dell’ordine e ad isolare l’intera Val di Susa». Il ministro ha espresso «vivo apprezzamento alle forze di polizia per la grande professionalità e lo spirito di sacrificio che stanno dimostrando», sia «nel ripristinare le condizioni indispensabili di legalità nel cantiere Tav», sia «nel garantire l’ordine pubblico». Ora - conclude il Viminale - «il ministro Pisanu confida che le autorità locali» e i ministeri «della Salute, dell’Ambiente e delle Infrastrutture, diano luogo alle opportune, concrete iniziative già delineate in diverse sedi e nello stesso consiglio dei ministri di venerdì». Ovvero all’annunciato «osservatorio permanente» per «il rispetto della salute e dell’ambiente nella prosecuzione dei lavori per la Tav».
Ai microfoni di Sky il sottosegretario Alfredo Mantovano ha sottolineato come «le immagini tv dimostrano che non c’è stata nessuna carica da parte delle forze di polizia. Hanno rimosso le barricate messe lì anche da alcuni anarco-insurrezionalisti. Alle commissioni riunite Affari Costituzionali, Pisanu riferirà giovedì 15. Nel frattempo un grido d’allarme si leva anche dal Giornale dei Carabinieri, per il quale la Val di Susa «è ormai ostaggio dei no-global», che hanno ingaggiato una «vera e propria guerra a carabinieri, poliziotti e finanzieri. La situazione - scrive il giornale - sta degenerando»: turni massacranti, «insulti verbali scandalosi, tappeti di chiodi sul tragitto dei mezzi delle forze dell’ordine», mezzi di Polizia e Carabinieri «presi a calci e sassate». Dopo la prima fase «di protesta civile degli abitanti, le componenti estreme (...) sembrano aver preso il sopravvento». Dunque, l’appello a Pisanu perché invii «funzionari che si assumano la responsabilità di decisioni rapide che evitino il peggio».


Ieri, intanto, dopo un sit-in davanti a Palazzo Chigi, un centinaio di rappresentanti dei centri sociali, assieme al consigliere comunale di Roma Nunzio D’Erme, hanno cercato di raggiungere il Viminale. Di fronte allo sbarramento di agenti in assetto anti-sommossa, il «corteo» s’è sciolto. L’appuntamento è per domani. In Val di Susa.

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