Milano - Ha battuto il pugno a Milano e l’hanno sentita fino a Roma. Letizia Moratti venerdì ha invitato i milanesi a scendere in piazza contro la criminalità e già domenica il governo Prodi ha annunciato l’invio di centodieci nuovi poliziotti. Agenti che serviranno per aprire i due commissariati nuovi di zecca consegnati dall’amministrazione Albertini alla polizia, ma rimasti vuoti per mesi. Fino a che il sindaco, vestito il tailleur da lady di ferro, ha invitato la gente alla protesta contro il ministro Giuliano Amato, venuto a settembre in città per assicurare rinforzi. Ma le cui promesse, fino a ieri, erano rimaste quelle del marinaio. Poi, tornato il doctor subtilis di un tempo, ha rispolverato retorica e codicilli per tentar di rimediare a una figura non proprio edificante. «A Milano saranno aperti entro due settimane due commissariati; arriveranno inoltre centodieci uomini delle forze dell’ordine ed altri seguiranno successivamente», recitava ieri in serata un comunicato ufficiale del Viminale. «Per Milano - il tentativo di salvataggio in corner - il ministero dell’Interno sta dando attuazione alle misure convenute lo scorso autunno, quando il ministro ha presieduto in città una riunione del Comitato per la sicurezza». Lo scorso autunno, appunto. Poi c’è stato l’inverno e ora arriva anche la primavera, ma dei nuovi agenti a Milano nemmeno l’ombra. Fino alla scenataccia della Moratti, con l’invito ai «cari concittadini» a manifestare contro il governo. Una lettera aperta con ben nove «basta». «La Milano che lavora, che produce, che accoglie, ora dice “basta!”. Basta alla prostituzione. Basta allo spaccio di droga. Basta alla violenza sulle donne. Basta alle occupazioni abusive delle strade, delle case, dei palazzi. Basta alle rapine nei negozi e nelle botteghe. Basta ai maltrattamenti dei bambini. Basta alle sopraffazioni da parte di immigrati irregolari. Basta al degrado. Basta truffe agli anziani». Una protesta condivisa da tanti. A partire dagli agenti di polizia pronti ad appoggiare l’idea della manifestazione fissata per il 26 marzo. «Lavoriamo sotto organico e sotto pressione - la denuncia del Sindacato autonomo di polizia -. Mancano almeno 500 agenti per raggiungere un numero appena sufficiente a una città come Milano. E, invece, il governo ci taglia i fondi». Cifre corrispondenti a quelle stimate dalla prefettura e fedelmente riportate dalla Moratti ad Amato mesi fa. Quando, ammette il Viminale, «si era parlato dell’apertura di due nuovi commissariati e dell’afflusso di nuove cento unità». Dopo tanto silenzio, dunque, Roma risponde. «Il primo dei due commissariati, quello di Lorenteggio, sarà operativo entro questa settimana. Il secondo, di Villa San Giovanni, lo sarà entro la settimana successiva. Per i primi di aprile, al termine cioè dei corsi di formazione che si stanno effettuando, è previsto poi l’arrivo di 110 uomini di rinforzo agli attuali organici. E altre unità saranno presto disponibili in relazione alla soppressione della Direzione interregionale prevista in Finanziaria proprio per liberare uomini per il controllo del territorio». In questo modo, e qui si vede lo zampino del doctor subtilis, «si rafforzerà ulteriormente un dispositivo di contrasto al crimine che già prevede 11.278 uomini, con una media di una unità ogni 162 abitanti, contro la media nazionale di una ogni 250». Forze che, aggiunge il Viminale, «lavorano con grande efficacia in difesa della sicurezza dei cittadini, come dimostra l’operazione antiterrorismo che ha portato recentemente all’arresto dei 15 Br e che ha avuto Milano come centro propulsivo delle indagini».
Verissimo, ma oltre al pericolo Br, a Milano ci sono i quartieri assediati dalla criminalità locale ed extracomunitaria, dalla prostituzione anche minorile, dai viados, dallo spaccio di droga. Basta, ha gridato la Moratti. Centodieci uomini possono essere solo l’inizio.Il governo cede alla Moratti: più polizia
Il sindaco aveva chiamato in piazza i milanesi per chiedere più sicurezza. Il Viminale spedisce 110 agenti e apre due nuovi commissariati
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