Eppure anche il titolare dello Sviluppo Economico Pierluigi Bersani ieri ha ammesso che «siamo al pelo» quest’anno. L’Italia «ha bisogno di più infrastrutture». Bersani ha anzi appena firmato un decreto che prevede premi per quelle imprese che risparmieranno sul gas nei prossimi mesi. Non è escluso un altro decreto ministeriale per novembre, e si parla anche di una possibile riduzione di un grado del riscaldamento consentito nelle abitazioni e negli uffici (da 20 a 19). «Siamo a rischio di rimanere al freddo e al buio», aveva del resto avvertito martedì l’amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti.
Il problema non è uno solo: la dipendenza dell’Italia dal gas di Russia e Algeria, l’aumento dei consumi e la mancanza di rigassificatori per l’importazione di gas via nave sono le cause strutturali del rischio. Il pericolo di un tracollo energetico sarebbe reale se il prossimo inverno dovesse essere rigido, a differenza dello scorso.
Ma Pecoraro Scanio punta l’indice contro le aziende. Parlare di black out, ha detto, vuol dire fare soltanto allarmi. L’opposizione gli ha chiesto subito di intervenire in Parlamento. Per il vicepresidente del Senato, il leghista Roberto Calderoli, «dovrebbe dimettersi».
«Periodicamente - ha polemizzato il ministro verde - alcuni lanciano il rischio black out per non parlare dei veri problemi». Il capogruppo del partito ambientalista alla Camera, Angelo Bonelli, è stato più esplicito: «L’Enel e le forze politiche nemiche dell’ambiente hanno lanciato un attacco senza precedenti ai Verdi. Si tratta di un procurato allarme». L’Enel non ha risposto e la polemica è finita lì. In via non ufficiale dal colosso energetico si precisa che gli investimenti nella ricerca sono importanti e che entro un paio d’anni si potrà arrivare ai primi progetti di «sequestro» di anidride carbonica per investire sul carbone «pulito».
Ma se l’Enel non alimenta la polemica, rimangono in piedi le proteste dell’opposizione e l’incognita del prossimo inverno, su cui convengono anche sindacati e associazioni.
Forza Italia ha chiesto ieri che Conti e il ministro Pecoraro Scanio diano risposte in Aula. Si sono associati anche l’Udc e, per la maggioranza, l’Italia dei valori.
«Chi ha la responsabilità della mancata realizzazione di infrastrutture - ha attaccato invece Calderoli - dovrebbe dimettersi subito, vero ministro Pecoraro Scanio?».
L’Italia è impreparata all’emergenza energetica dell’inverno anche per il rallentamento dell’aumento di capacità nel bacino di stoccaggio del gas di Settala, in provincia di Milano, dove il ministero dell’Ambiente ha voluto un’attenta valutazione d’impatto ambientale.
Ma ci sono ritardi più gravi, come il progetto ancora senza via libera dell’Enel per un rigassificatore da 8 miliardi di metri cubi a Porto Empedocle.
La Cisl e le sue federazioni di categoria Flaei e Femca hanno scritto in una nota che «l’allarme lanciato dall’Enel ci riporta alla dura realtà». Tra gli errori degli anni passati e di adesso si cita «la non autorizzazione alla realizzazione di rigassificatori» e la tendenza a inseguire «l’illusione che tutto si possa risolvere con la promozione (comunque necessaria) delle fonti rinnovabili e alternative». Si chiede quindi l’istituzione di una «cabina di regia».
Anche il decreto firmato dal ministro Bersani il 30 agosto per massimizzare le importazioni di gas il prossimo inverno parlava di «situazioni critiche di domanda di punta eccezionale che potrebbero verificarsi verso la fine dello stesso periodo invernale». L’allarme, insomma, sembra non essere lanciato solo da Conti, ma da un ministro del governo Prodi.
«Lavoriamo su cose serie. Riducendo gli sprechi, si può evitare il rischio black out», ha insistito Pecoraro Scanio.
Ma a margine della stessa conferenza sul clima a Roma a cui ha partecipato il ministro dei Verdi, il collega Bersani ha chiarito: «Tutti quanti ci dobbiamo mettere la faccia, sennò il nostro sistema va in zona di insicurezza».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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