Politica

«Governo d’emergenza nazionale a Gerusalemme»

«Per fronteggiare la minaccia dell’Iran». Mina uccide soldato ebraico. Morti 3 militari libanesi: disinnescavano un ordigno

Marta Ottaviani

Non bastavano i dissapori in Parlamento fra i due principali partiti della coalizione, il Kadima del premier Olmert e il Labour, a dimostrare che l’esecutivo isrealiano rasenta la crisi. Il primo ministro ha ricevuto ieri un chiaro segnale da un membro della sua stessa formazione politica. Stando a quanto riferito da fonti giornalistiche israeliane, infatti, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Jacob Edery, ha chiesto a Olmert la costituzione di un governo di emergenza nazionale. Edery avrebbe attribuito questa richiesta alla necessità di costituire un governo capace di contrastare Teheran, che nei giorni scorsi ha minacciato di lanciare missili contro lo Stato ebraico nel caso la Repubblica islamica venisse attaccata in seguito alla crisi sul programma nucleare avviato dal regime degli ayatollah. «La ricostruzione e il rafforzamento delle forze armate e l’esigenza di creare un fronte unico davanti alla minaccia iraniana - scrive Edery al premier - richiedono un governo che riunisca tutte le forze politiche». Teheran e la Siria appoggiano Hezbollah, il movimento sciita con cui Israele ha combattuto nelle scorse settimane.
E anche ieri è stata una giornata difficile sul fronte militare. Nel Libano meridionale un soldato israeliano è stato ucciso e altri tre feriti da una mina esplosa al passaggio del loro carro armato. L’artiglieria israeliana, secondo fonti libanesi, ha bombardato la cittadina libanese di Shebaa, dove venerdì scorso era arrivato l’esercito di Beirut. Il luogo si trova di fronte alle fattorie di Shebaa conquistate da Israele durante la guerra dei Sei Giorni e rivendicate sia dal Libano sia dalla Siria. La radio libanese Lbc ha però smentito che la località sia stata colpita. «I proiettili sono caduti in territorio israeliano», ha comunicato l’emittente, aggiungendo che si è trattato di un «atto di deterrenza». Perdite, le prime, anche tra i soldati libanesi: tre militari sono morti vicino a Tiro, dilaniati da un ordigno che stavano disinnescando.
A nove giorni dalla tregua in tutto Israele c’è il timore di attentati.

Due giorni fa a Gerusalemme la polizia aveva segnalato la possibile presenza di kamikaze e per ore il traffico era stato bloccato a causa della chiusura delle principali vie di accesso alla capitale.

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