I consiglieri provinciali di Genova e La Spezia se ne vanno a casa. La prossima primavera niente elezioni. Gli enti saranno governati da commissari prefettizi. Entro il 31 dicembre 2012, inoltre, è prevista l'emanazione di una legge che trasformerà le Province in enti di secondo livello.
Nell'ambito dei tagli degli enti «inutili», ieri il governo dei «migliori» ha deciso di mandare a casa il governo locale di Alessandro Repetto.
A bocca asciutta rimarranno pure gli undici assessori, in gran parte mai votati dai cittadini, della variopinta squadra del centrosinistra (da Rifondazione all'Udc).
Da una parte, il numero uno di Palazzo Spinola durante il consiglio provinciale di ieri non ha ufficialmente commentato l'emendamento della manovra Monti, dall'altra parte la numero uno di Palazzo Tursi l'ha sparata grossa, riproponendo la Città Metropolitana e quindi la possibile beffa del «riciclo» dei politici, che potrebbero uscire dalla porta principale per rientrare da quella di servizio.
In mezzo gli indaffaratissimi amministratori dell'ente, che ieri, in un clima surreale, hanno continuato a discutere del «bilancio di previsione del 2012».
«La Città Metropolitana - ha detto Marta Vincenzi durante la presentazione della sua candidatura a sindaco - è l'unica soluzione in previsione dell'abolizione delle province. Questo deve essere un tema da primarie. Tuttavia, potrebbe essere tentato un accordo con tutte le forze politiche per non discuterne durante le primarie e riconoscerla come proposta istituzionale. Di questo tema ho parlato anche con il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri».
In tal senso, il consiglio provinciale, su iniziativa dei politici di centrodestra, ha approvato in modo bipartisan un ordine del giorno, che impegna la giunta di centrosinistra ad «avviare un percorso che porti alla Città Metropolitana». Tutti d'accordo, insomma: appena fatta la legge si è trovata subito la soluzione «giusta».
Se lunedì il consiglio provinciale è stato sospeso anche in segno di solidarietà ai sindacati, che stavano manifestando contro «il Migliore» Monti davanti a Palazzo Spinola, che è anche sede della Prefettura, ieri il presidente della Provincia della Spezia ha spiegato perché non ha fatto altrettanto.
«Pur condividendo la preoccupazione rispetto ad una manovra che chiede molto ai cittadini e non mette mano abbastanza nelle tasche dei privilegiati e della cosiddetta casta - ha detto Marino Fiasella - non ho partecipato allo sciopero indetto dai sindacati per esprimere la consapevolezza dell'Istituzione che rappresento, rispetto alla necessità che dentro quel decreto Monti ci siano le risorse destinate alla ricostruzione del territorio spezzino. La salvezza del paese non può infatti prescindere dalla nostra salvezza.
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