Governo e Colle: «Modificare la salvadirigenti»

Governo e Colle: «Modificare la salvadirigenti»

«Siamo in attesa di vedere la nuova scrittura della norma». Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha preso a cuore l’appello dei familiari delle vittime dell’incidente alla ThyssenKrupp di Torino del dicembre 2007 e ha anticipato, nel corso della visita al capoluogo piemontese, le intenzioni del governo. Ossia, riscrivere l’articolo 10 bis della bozza del decreto correttivo del Testo unico della sicurezza sul lavoro che la Fiom-Cgil aveva deliberatamente indicato come assolutorio dei manager Thyssen imputati al processo, giacché prevede che la responsabilità dei dirigenti di un’azienda sia esclusa se l’incidente è imputabile ai dipendenti.
«Conosco la questione - ha detto Napolitano, che oggi incontrerà i familiari delle vittime - e l’ho seguita. Anche prima c’era la preoccupazione per quella norma, l’avevamo espressa subito. In ogni caso prendo atto che questa mattina il ministro Sacconi si è dichiarato pronto a riscriverla per evitare interpretazioni che non sono state volute e che sarebbero pesanti anche agli effetti del processo Thyssen».
Le parole del Capo dello Stato sono state particolarmente apprezzate da tutti gli esponenti del centrosinistra e in particolare dall’ex ministro del Welfare, Cesare Damiano (Pd). Ma è stato il presidente della Camera, Gianfranco Fini, a garantire che a Montecitorio ci si adopererà per evitare qualsiasi tipo di ricadute nei dibattimenti in corso: «Sono certo che il governo e il Parlamento si impegneranno affinché le pene accertate dalla magistratura per fatti legati agli incidenti sul lavoro siano adeguate alla gravità della colpa», ha detto Fini rimarcando che «nessuno comprenderebbe se così non fosse».
«Questo è e sarà l’intento autentico e non equivocabile del governo e del Parlamento», ha spiegato il presidente della Camera, avvalendosi anche di una citazione del proprio discorso di insediamento («Gli incidenti sul lavoro costituiscono una emergenza sociale indegna di un Paese moderno e civile»).
Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi (nella foto), ha precisato che l’esecutivo è impegnato a modificare il testo del decreto quando approderà alle commissioni Lavoro di entrambi i rami del Parlamento (ora è all’esame delle Regioni), proposito del quale le massime cariche dello Stato sono state preventivamente e tempestivamente messe al corrente. «Ben prima della segnalazione della Cgil avevamo avuto modo di esaminare il testo per arrivare a una formulazione più chiara e certa della norma che, comunque, non c’entra nulla con il processo Thyssen», ha precisato Sacconi ricordando che l’articolo «riguarda solo il caso limite in cui la responsabilità dell’incidente sia chiaramente di un sottoposto, ma si vuole accertare se esiste una corresponsabilità da parte dell’azienda».

A questo proposito Confindustria ha ricordato che è improprio parlare di norma «salva-manager» ma si tratta di «chiarire a che punto il datore di lavoro può essere considerato sempre e comunque responsabile». Nel processo Thyssen, ha proseguito Sacconi, «c’è una responsabilità ben precisa della proprietà», purtroppo però «quando si vuole tacciare di infamia la tesi altrui, si evoca la Thyssen».

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