«Governo di fatti, il voto ci premierà»

Roma«Sa cosa le dico? Il Financial Times prova quasi un piacere fisico».
Addirittura, ministro La Russa?
«Ma sì, è la vecchia e abusata abitudine di andare contro l’Italia, a prescindere, in ogni caso».
Insomma, ieri Prodi, oggi Berlusconi. Attacchi senza effetti?
«Di tutta la vicenda gli italiani sanno farsi una ragione. E quindici anni di polemiche sul premier, dal conflitto d’interessi alle vicende giudiziarie, si sono sempre trasformati in boomerang».
Però all’estero...
«Guardi, i giornali stranieri vanno in soccorso a ciò che resta dell’Internazionale rossa. E alla sinistra non resta che puntare sul gossip. Così, mentre il cardinale Bagnasco, ad esempio, lancia un appello pertinente sui lavoratori, l’Unità e Repubblica si occupano del fidanzato di Noemi, tralasciando il “neo” della condanna giudiziaria. Con un’inchiesta che neanche il Bolero d’un tempo avrebbe disdegnato».
Voltiamo pagina: parliamo di Pdl. E dell’ultima scaramuccia, tra «L’Occidentale», testata online vicina agli azzurri, dove c’è chi vorrebbe mandare a casa Fini, e «Ffwebmagazine», rivista della fondazione del presidente della Camera, che lo difende.
«L’Occidentale? Ho scoperto che esiste, non ne avevo mai sentito parlare. In ogni caso, è autorevolmente rappresentata ed esprime un’opinione legittima, anche se non la condivido. E poi, quando si è in campagna elettorale...».
Si può quindi capire.
«Sì, ma non impedirà al Pdl di ottenere un successo importantissimo. E scavalcare magari la soglia del 40% alle Europee».
Come convincerà gli indecisi?
«Gli italiani ci daranno fiducia, perché con noi si respira una nuova aria ed è cambiata l’etica».
In che senso?
«Be’, adesso il governo ci mette la faccia e si assume sempre le sue responsabilità. A Napoli come all’Aquila, senza dimenticare le misure anti-crisi. Insomma, non deleghiamo e ci impegniamo in maniera diretta, ad esempio su sicurezza e immigrazione, con la presenza dello Stato sul territorio per garantire i cittadini. In quest’ottica si legano il prolungamento e il progetto di aumentare, fino a 4.000 unità, a parità di costo, i soldati impegnati nel pattugliamento misto».
Siete pronti a metterci la faccia pure in Europa?
«Sì. Perché se diciamo che tuteleremo meglio gli interessi degli italiani, tranquilli, ci riusciremo».
Al Nord non sarà facile competere con la Lega.
«Sì, ma la speranza è che entrambi possiamo crescere. Noi, nello specifico, vogliamo convincere i nostri elettori che “la ricreazione è finita”. E a differenza di un anno fa, quando qualcuno poteva non avere certezze su una linea sempre condivisa tra Forza Italia e An, adesso non è più così. E oggi, su immigrazione e sicurezza, l’intesa, nel Pdl, è assoluta».
Continuano, sul fronte clandestini, le critiche dell’opposizione.
«Non si capisce perché per loro sia più umanitario farli arrivare in Italia, rinchiuderli nei Cie e poi espellerli. Comunque, noi lamentiamo innanzitutto un’assenza dell’Europa, miope, che vorremmo si occupasse del controllo flussi. E poi, con i respingimenti non mettiamo in discussione lo status di rifugiati e non abbiamo mai buttato nessuno a mare».
Saremo un Paese multietnico?
«L’Italia può essere multirazziale, ma non senza regole, con una sorta di “marmellata culturale”, con chi gira per strada con il burqa o toglie i crocifissi dalle aule».
Capitolo riforme. Sono davvero maturi i tempi?
«Noi votammo già la devolution: riduzione dei parlamentari, maggiore potere all’esecutivo, più forte capacità dei cittadini di incidere... La sinistra votò contro e quella riforma, con il referendum, fu abrogata. Mi auguro stavolta abbia cambiato idea».
Regione Sicilia: dolenti note?
«L’assenza totale di un’opposizione non è mai positiva. Ed è quasi inevitabile che la maggioranza se la faccia, in quel caso, al suo interno. Detto questo, ho il sospetto che da parte del presidente Lombardo ci sia l’affannoso tentativo di superare lo sbarramento del 4% per le Europee. E la ricerca di maggiore attenzione per una partita da condurre con l’Mpa a livello nazionale».
Lombardo riferisce che gli avete chiesto di attendere 48 ore.
«A Lombardo non chiediamo nulla. Semmai, gli abbiamo dato sincero e leale appoggio, facendolo eleggere e consentendogli, con l’1% nazionale, di ottenere un buon numero di parlamentari. Ma da coordinatore Pdl e siciliano vedo la forte necessità di rasserenare il clima e lavorare per l’obiettivo comune: la Sicilia».
Nell’isola l’Udc è nella giunta con voi. Rimarrà un caso isolato?
«Un segreto del successo del governo nazionale è la mancanza di contrasti, grazie all’assenza di Casini. Mi spiace, ma è così. L’Udc si considera alternativa alla Lega.

E se dal punto di vista dei valori forse sono più vicini a noi, non lo sono da quello comportamentale».
Altro che porte aperte...
«Socchiuse, ma non cambia nulla. L’Udc non si decide mai: sembra una barchetta in mezzo al fiume che non vuole accostare...».

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