Roma - Anche ieri Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti si sono sentiti più d’una volta. Perché, è la convinzione del premier ripetuta in privato nelle ultime ore a diversi interlocutori, è necessario mettere in piedi al più presto un «intervento straordinario sui redditi», «misure sociali». Un’idea che il Cavaliere accarezza da tempo ma sulla quale s’è potuto finalmente cimentare solo domenica, tornato dal vertice Asem di Pechino e dopo due settimane passate a rincorrere l’emergenza della crisi finanziaria tra vertici a Parigi e Berlino e consigli europei straordinari a Bruxelles.
La situazione è difficile ma un po’ di fondi, avrebbe assicurato ieri a Berlusconi il ministro dell’Economia, si possono reperire (in questo senso potrebbe leggersi l’emendamento al disegno di legge sullo sviluppo che prevede di tenere nella disponibilità del Tesoro i 25 milioni di euro che arrivano dalle multe antitrust e che erano destinati alla social card). Il punto, insomma, è soprattutto far di conto. Perché, spiega in Transatlantico Roberto Calderoli, «ci sono tre o quattro cose su cui stiamo ragionando» ma «dovremmo valutarle in base al loro impatto sulle casse dello Stato». Di certo, assicura il ministro della Semplificazione, sul fronte dei redditi «qualcosa bisognerà fare». A Palazzo Chigi, dunque, si studiano e si vagliano diverse possibilità con un occhio anche all’Unione europea visto che più volte Berlusconi ha pubblicamente detto che «le misure a sostegno dei consumi verranno prese nel quadro annunciato dall’Europa». Il Consiglio Ue voluto da Nicolas Sarkozy il 7 novembre, però, non dovrebbe assumere decisioni sull’economia reale ma piuttosto cercare di individuare una posizione comune dell’Unione che a metà novembre sarà rappresentata al G20 straordinario di Washington da Francia, Italia, Germania e Gran Bretagna. Insomma, a Bruxelles non si dovrebbe affrontare il capitolo delle misure a sostegno dei redditi primi di dicembre e Berlusconi è intenzionato ad avere in mano una soluzione prima di allora.
La tentazione del Cavaliere resta quella di detassare le tredicesime, un provvedimento popolare che da una parte darebbe un impulso ai consumi facendo da volano all’economia e dall’altra garantirebbe a Berlusconi di continuare la sua «luna di miele» con gli italiani e affrontare in discesa la tornata elettorale di primavera (amministrative più europee con possibile election day). Il punto su cui lavora il Tesoro è capire quali siano i margini di manovra e cioè quale debba essere il tetto di reddito e tredicesima mensilità entro il quale prevedere il beneficio. Un provvedimento straordinario e non strutturale, che potrebbe magari riguardare solo i pensionati.
Al vaglio del premier anche la possibilità di aumentare gli sgravi fiscali già previsti per le famiglie con figli, una sorta di mini quoziente familiare. Perché, ripeteva ieri il Cavaliere ai suoi collaboratori, «nonostante la crisi dobbiamo far sì che siano soprattutto le famiglie ad avere qualche soldo in più a fine mese».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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