Gian Battista Bozzo
da Roma
Il governo prepara una finanziaria 2006 «non restrittiva ma di sviluppo»; e fra le priorità, oltre alla riduzione dell’Irap, ci sarà la lotta all’evasione fiscale ormai diventata «intollerabile». Silvio Berlusconi e Domenico Siniscalco hanno illustrato ieri a imprenditori e sindacati le linee guida del Dpef, il documento di programmazione 2006-2009 che sarà approvato dal governo stasera. Nel Dpef è prevista una «mappatura» dell’evasione, elaborata in base ai dati dell’Istat: le mappe riguarderanno, provincia per provincia, interi settori d’attività. Fra le iniziative, anche il potenziamento dell’Agenzia delle Entrate e il possibile ritorno al concordato preventivo.
Il Dpef, che servirà anche come «programma di stabilità» ai fini Ue, sarà tarato sulla base delle richieste della commissione europea, approvate dell’Ecofin, per il rientro dall’extra-deficit entro la fine del 2007: quindi per i prossimi due anni si prevedono due manovre pari allo 0,8% del pil, per un totale dell’1,6% del prodotto (10-11 miliardi di euro l’anno). La previsione di crescita per il 2006 e per il 2007, in linea con le stime della commissione Ue, è dell’1,5% in entrambi gli anni. L’obiettivo di deficit è del 3,8% l’anno prossimo e del 2,8% alla fine del 2007.
L’Irap sarà ridotta, il Dpef lo confermerà. Ma l’ammontare dei taglio, ha detto Siniscalco alle parti sociali, sarà indicato nella legge finanziaria, in settembre. Nei giorni scorsi, a Bruxelles, il ministro ha ricordato che a causa del gioco degli anticipi e dei saldi, sarà impossibile che per il primo anno (il 2006) si possa prevedere una riduzione di 5 miliardi di euro. Il taglio sarà comunque strutturale, finanziato da risparmi di spesa, mentre «manterremo l’impegno - ha aggiunto il premier - a non aumentare le aliquote fiscali». Questo significa che non sono previsti interventi sull’Iva né sulle aliquote per quanto riguarda le rendite finanziarie.
Sul fronte delle uscite, il tetto orizzontale del 2% agli incrementi di spesa sarà mantenuto, ma diversamente modulato. «Il meccanismo attuale è un po’ rozzo, e va applicato in maniera più intelligente e selettiva: non ci sarà più un tetto indifferenziato, ma si ragionerà per settori», ha spiegato Siniscalco. L’applicazione della regola del 2% ha funzionato bene per le amministrazioni centrali, meno bene per gli enti, e ancor meno per la sanità. Il massimo sforzo si concentrerà sulla spesa per investimenti in opere pubbliche.
Nel documento di programmazione è previsto anche un capitolo sul sostegno al reddito delle famiglie: in particolare, sarà attuata una politica di attenzione sul fronte delle tariffe, e potrebbero aumentare le detrazioni per le spese destinate agli asili nido. Anche queste misure, comunque, saranno contenute nella legge finanziaria.
Le parti sociali presenti alla riunione di palazzo Chigi probabilmente si attendevano qualche particolare in più (soprattutto sull’Irap le imprese, e sulle politiche sociali i sindacati); e tuttavia, secondo Siniscalco, «l’incontro è stato fruttuoso, soprattutto perché - spiega il ministro dell’Economia - si è registrato il consenso unanime sugli obiettivi di bilancio concordati con l’Europa». I dettagli sono rinviati a settembre, alla legge finanziaria. Il segretario della Cgil Guglielmo Epifani definisce «aleatorio» il contenuto del vertice, mentre Savino Pezzotta e Luigi Angeletti, segretari di Cisl e Uil, lamentano che, di fatto, non vi sia stato alcun confronto col governo ma soltanto l’illustrazione di «alcuni titoli».
La Confindustria, pur condividendo le linee guida di politica economica contenute nel Dpef, in particolare il «rigore finanziario», continua a chiedere maggiori dettagli sulla riduzione dell’Irap. «Non sono indicate né le risorse né le scadenze temporali», rileva il vicepresidente Andrea Pininfarina.
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