Antonio Signorini
da Roma
Una netta marcia indietro sui taxi, qualche frenata sul commercio - in particolare per quanto riguarda i prezzi liberi e le promozioni in prossimità dei saldi - una riscrittura dellIva sugli immobili e persino la rinuncia al rincaro delle imposte su dolci e cioccolatini. La manovra bis è approdata ieri alla commissione Bilancio del Senato insieme a un pacchetto di emendamenti presentati dal governo. Modifiche che faranno cambiare pelle a quello che era considerato il cuore della manovra e cioè il decreto Bersani sulle liberalizzazioni.
A partire dallarticolo che riguarda i taxi. Il testo degli emendamenti depositato ieri dal governo riscrive radicalmente la liberalizzazione delle licenze e recepisce in pieno i termini dellaccordo di lunedì sera con i sindacati delle auto bianche. Niente cumulo delle licenze, quindi, e nemmeno introduzione della doppia targa. Al mantenimento del sistema attuale è addirittura dedicato un intero comma. Quello che era stato annunciato come un sistema di auto pubbliche in stile newyorkese si riduce in un aumento delle turnazioni giornaliere. Per leventuale rilascio di nuove licenze si ricorrerà, come chiedevano i tassisti, a concorsi straordinari a titolo oneroso o gratuito i cui proventi andranno per l80 per cento ai titolari di licenza.
Cambiamenti rilevanti anche sullIva applicata alle compravendite immobiliari. Lemendamento del governo stabilisce un nuovo sistema di tassazione ed elimina, come annunciato, la retroattività prevista dal testo originario. Il governo aveva previsto di incassare dallapplicazione del nuovo regime anche al passato 480 milioni di euro, ma le associazioni di categoria hanno denunciato potenziali perdite per 30 miliardi. Un prospettiva che ha provocato un terremoto in Borsa sui titoli immobiliari.
Ora il governo ha fatto marcia indietro. La nuova norma stabilisce che la compravendita di immobili per uso strumentale (quindi non si parla di abitazioni) venga sottoposta ad imposta ipotecaria e catastale del 4 per cento, percentuale che viene dimezzata per i fondi immobiliari. E su questo alcune associazioni di categoria sono nuovamente insorte. Per Corrado Sforza Fogliani, presidente di Confedilizia, lo sconto ai fondi è «un omaggio che si è voluto fare ai poteri forti». Con questa manovra, per lassociazione, limmobiliare ha registrato «un attacco senza precedenti». Dietro alle modifiche cè anche chi - come il senatore di Forza Italia Maurizio Sacconi vede una dietrofront totale. Alle società viene infatti data la possibilità di decidere se pagare lIva o limposta di registro alla quale viene applicata una cifra fissa di 168 euro. «Nessuno sceglierà lIva», commenta. Sempre sul fronte fiscale, il governo ha deciso di rinunciare al raddoppio dellIva (dal 10 al 20 per cento) sui prodotti a base di cacao.
Limatura anche per quanto riguarda il commercio. Sulla liberalizzazione dei farmaci tutto confermato, tranne un rafforzamento della parte che prevede la presenza del farmacista nei supermarket.
In direzione opposta alle liberalizzazioni (e delle indicazioni dellAntitrust) la parte che riguarda le promozioni. Il pacchetto Bersani le liberalizza, ma lemendamento specifica che lautorizzazione resta necessaria «nei periodo immediatamente precedenti i saldi di fine stagione».
Qualche modifica in senso opposto alle annunciate liberalizzazioni si trova, seminascosta, anche nella parte che riguarda la chiusura dei conti correnti. Il governo ha confermato leliminazione dei costi per i clienti. Ma alle banche viene riconosciuto il diritto di effettuare delle variazioni degli interessi in misura diversa da quella stabilite dalla Bce.
Modifiche di sostanza in quasi tutte gli articoli, quindi. Ma non sulle misure che sono state definite il «grande fratello» fiscale. La parte più criticata dallopposizione.
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