Governo, ultimi ritocchi per la nuova squadra

Si infittisce il lavoro diplomatico per riempire tutte le caselle dei ministeri. I nomi dei sicuri e quelli dei "papabili". Già dal 6 maggio Napolitano potrebbe aprire le consultazioni e nella giornata del 7 affidare l’incarico al Cavaliere

Governo, ultimi ritocchi per la nuova squadra

Roma - Gran parte della giornata il futuro presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, l’ha passata a "cercare la quadra" (come ha detto ieri) per il suo prossimo esecutivo. La vittoria di Gianni Alemanno al comune di Roma, invece che semplificare, ha infatti complicato i lavori di mediazione fra i vari gruppi.

I ministri "sicuri" Dopo l’elezione di Renato Schifani alla presidenza del Senato e quella, data ormai per sicura, di Gianfranco Fini alla Camera, vi sono anche diverse caselle del governo date ormai per assodate. Il Cavaliere ha annunciato oggi che Gianni Letta sarà sottosegretario alla presidenza del Consiglio e che non vi saranno altri sottosegretari alla presidenza (cosa che potrebbe però essere rivista) e vicepremier. Giulio Tremonti tornerà invece a via XX Settembre a guidare il ministero dell’Economia e delle finanze (dove c’è però lotta sui posti da viceministro e sottosegretari: in pista Giuseppe Vegas, Daniele Molgora, Alberto Giorgetti e Luigi Casero, oltre a Giancarlo Giorgetti).

Franco Frattini è stato indicato per gli Esteri, Lucio Stanca per l’organizzazione e l’informatizzazione della pubblica amministrazione. Berlusconi ha anche detto, al momento della formazione delle liste per la Sicilia, che Stefania Prestigiacomo avrebbe avuto un posto da ministro (Politiche comunitarie) così come Gianfranco Miccichè avrebbe riavuto la delega per il Sud.

Altri posti considerati sicuri quello di Roberto Maroni agli Interni e degli altri leghisti Luca Zaia alle Politiche agricole, Umberto Bossi al Federalismo e Roberto Calderoli alle Riforme.

Abbastanza sicuri anche Claudio Scajola (Sviluppo economico), Ignazio La Russa (Difesa) e Altero Matteoli (Infrastrutture).

I nomi in campo Per gli altri posti vacanti questi alcuni dei nomi fatti in queste ore. Per Forza Italia sono in pista per un ministero: Maurizio Lupi (Sanità dove potrebbe essere chiamato anche un tecnico d’area), Sandro Bondi (Istruzione), Paolo Bonaiuti (Cultura), Elio Vito (Giustizia), Mara Carfagna (Famiglia), Maurizio Sacconi (Welfare). Per An i nomi in lizza sono: Alfredo Mantovano che contende la Giustizia a Vito, e Adriana Poli Bortone.

Il numero e il titolo dei ministri Una norma introdotta dall’ultima Finanziaria, approvata lo scorso dicembre, prevede che il prossimo governo debba rispettare i dettami della riforma Bassanini del 1999 che indicava un governo fatto da 12 ministeri e con un numero massimo, compresi i sottosegretari, di 60 persone. Fin dal primo governo formato da Silvio Berlusconi nella XIV Legislatura (quando la riforma prevedeva di dover essere applicata) ed anche con l’ultimo Prodi, la Bassanini è stata però disattesa e "corretta" con decreti legge che hanno previsto lo "spacchettamento" di taluni ministeri.

Va poi notato che ai 12 ministri con portafoglio previsti dalla riforma è comunque possibile aggiungere ministri senza portafoglio (si parla di 6) alle dirette dipendenze della presidenza del Consiglio. I 12 ministri previsti dalla Bassanini sono: Affari esteri, Interno, Giustizia, Difesa, Economia e finanze, Attività produttive, Politiche agricole e forestali, Ambiente e tutela del territorio, Infrastrutture e trasporti, Lavoro e salute e politiche sociali, Istruzione e università e ricerca, Beni e attività culturali.

Le ipotesi finora circolate prevedono già una sua ampia revisione fra le quali il quasi certo accorpamento dell’Ambiente alle Infrastrutture e la divisione della Salute dal Welfare. Va infine tenuto presente che i ministri sono nominati, secondo l’articolo 92 della Costituzione, dal Presidente della Repubblica su proposta del presidente del Consiglio. In passato è successo qualche volta che il presidente abbia rifiutato delle proposte di ministri avanzate dal premier incaricato.

I tempi Calcolando che i gruppi parlamentari hanno tempo fino al 5 maggio per costituirsi, già dal 6 il capo dello Stato Giorgio Napolitano potrebbe aprire le consultazioni e nella giornata del 7 affidare l’incarico. Il giorno successivo Berlusconi potrebbe tornare al Quirinale con la lista dei ministri.

Lo stesso Cavaliere ha oggi detto che il giuramento dovrebbe essere il 9 o il 10 e fonti politiche dicono che esso dovrebbe avvenire il pomeriggio di venerdì 9, poiché in mattinata Napolitano ha già un altro impegno istituzionale.

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