Il governo vara il rimpasto: entrano gli anti Fini

RomaGli unici a rimanere nel purgatorio, almeno per il momento, sono i veterani provenienti dall’area popolare di Baccini e di Pionati e i novellini di Noi Sud. Trovano invece piena collocazione nell’esecutivo i Responsabili e, in genere, i parlamentari che hanno deciso di sostenere il governo alle prese con lo strappo di Fini, contro le decisioni dei partiti di appartenenza, soprattutto Udc e Fli.
I nuovi ingressi sono stati decisi ieri, a sorpresa, dal Consiglio dei ministri che era stato convocato per approvare il decreto per lo sviluppo. Nove nomine che arrivano dopo mesi di trattative e che sono state accolte da polemiche accesissime, liquidate dal premier Berlusconi come «ironie non fondate». Perché - ha spiegato il Cavaliere - è «assolutamente logico» che i rappresentanti di gruppi che hanno sostenuto il governo ora facciano parte della squadra di palazzo Chigi.
Iniziativa responsabile si rafforza come partito di governo con tre sottosegretari. Catia Polidori, sottosegretario allo Sviluppo economico; Giampiero Catone, sottosegretario all’Ambiente. E l’ex popolare del Pd Bruno Cesario, che sarà nominato sottosegretario all’Economia.
Iniziativa responsabile era già nell’esecutivo da quando, nel marzo scorso, Saverio Romano è approdato al ministro delle Politiche agricole. Ma i responsabili arrivano a cinque se si considera che mercoledì notte Massimo Calearo è stato nominato consigliere del premier per il Commercio estero. In sostanza avrà le funzioni dell’ex viceministro Adolfo Urso, esponente di Fli, ma non l’incarico ministeriale, che avrebbe creato problemi di compatibilità con la presidenza del Calearo Group.
Le ironie alle quali ha fatto riferimento Berlusconi sono quelle del centrosinistra. Come quella di Massimo D’Alema secondo il quale le nomine rappresentano «le prime misure concrete del governo contro la disoccupazione». Quella di Pier Ferdinando Casini, che ha paragonato il governo di centrodestra all’ultimo Prodi.
Ma a pesare nel centrodestra, più che il sarcasmo delle opposizioni, sono i malumori dentro la maggioranza. Come quelli espliciti di Mario Baccini e Giuseppe Galati dei Cristiano popolari, sicuri «che gli impegni assunti da Berlusconi non sono stati mantenuti». Nella stessa situazione, ma silenziosi, Francesco Pionati dell’Alleanza di Centro e il partito Noi Sud. Anche se in questo caso a pesare sarebbe stata la sfida fra Belcastro e Milo, che avrebbe bloccato l’approdo governativo.
Esclusioni temporanee, ha assicurato il coordinatore Pdl Denis Verdini. Lo stesso Berlusconi ha fatto capire che potrebbe arrivare una nuova tranche di nomine. Un «recupero ai supplementari», ha spiegato il capogruppo di Ir Luciano Sardelli.


Una nuova infornata che non mancherà di creare polemiche. Anche se - osservava ieri l’agenzia il Velino - nonostante i nuovi innesti che fanno arrivare la squadra a quota 63, il governo Berlusconi resta il più snello degli ultimi 15 anni.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica