Un altro elogio della Germania: "Meloni ha smentito tutti i suoi critici"

Dopo la "Bild", arriva un'analisi di "Die Welt" contro tutti i luoghi comuni contro il presidente del Consiglio: "Non si limita a comunicare ma agisce"

Un altro elogio della Germania: "Meloni ha smentito tutti i suoi critici"
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Va bene, si dirà, l’elogio arriva da un giornale conservatore: Die Welt. È normale che pubblichi un lungo articolo per parlare bene di Giorgia Meloni che ha smentito, nel corso di questi due anni e mezzo, tutti i suoi critici. E però è bene ricordare che, molto spesso, questo quotidiano non è stato affatto tenero nei confronti dei nostri politici. Perché Berlino (o Amburgo, dove si trova la sede di Die Welt) guarda sempre con diffidenza, se non con aperta ostilità, a ciò che accade a Roma.

Stupisce quindi che Nicolas Baverez - economista che aveva previsto il declino della Francia - abbia scritto una lunga analisi per smentire - e in alcuni casi distruggere - tutti i luoghi comuni non solo sull’attuale governo italiano ma anche, e soprattutto, sul presidente del Consiglio. E non poteva non partire da quella data che tutti hanno evidenziato mentre la Meloni assumeva la carica di premier: 22 ottobre 2022. A cent’anni dalla marcia su Roma che portò Benito Mussolini al potere. Troppo facili i parallelismi di una certa politica che, scrive Bavarez, incentrava la propria propaganda sul “timore di un ritorno al fascismo”. Che non c’è mai stato. Si legge infatti: “La politica di Meloni non è neofascista. Non si propone come rivoluzionaria, non mira a una sintesi tra socialismo e nazionalismo né a superare la divisione tra destra e sinistra, ma piuttosto a ristabilirla.

Non adotta il modello di democrazia illiberale sviluppato da Viktor Orbán e poi ripreso da Donald Trump: non ha eliminato gli oppositori, né cercato di controllare l’economia tramite oligarchi. Non ha messo sotto controllo la magistratura, le università, i media o la cultura, né adattato la diplomazia italiana a quella della Russia di Putin”. Smarcato questo punto, che esiste solo nei deliri dell’opposizione, Meloni “non si limita a comunicare - si legge - ma agisce”. E lo fa nella lotta all’immigrazione clandestina - con gli accordi in Tunisia e in Albania - riducendo così gli accessi illegali del 58% nel 2024. Ma non solo. Anche sotto l’economia “mostra una dinamica positiva, superiore alla media della zona euro (...). L’Italia è anche uscita dalla trappola del doppio deficit. Nel 2024 è stato l’unico paese del G7 a registrare un avanzo primario, pari a 9,6 miliardi di euro (0,44% del PIL). Il deficit pubblico è sceso dal 7,2% al 3,4% del PIL e dovrebbe scendere sotto il 3% quest’anno. Il debito pubblico si è stabilizzato al 135,3% del PIL, mantenendosi su un livello sostenibile”.

C’è poi la politica estera del presidente del Consiglio, spesso sminuita dall’opposizione (ricordate l’inutile viaggio, secondo la sinistra, della Meloni da Donald Trump e la liberazione, il giorno seguente, della giornalista Cecilia Sala in Iran?). Il presidente del Consiglio “ha costruito un asse politico e industriale con la Germania, rafforzato da un’alleanza tacita con il Partito Popolare Europeo (PPE). Ciò la avvicina a personalità come Friedrich Merz, Ursula von der Leyen e Manfred Weber. Grazie ai suoi rapporti personali con Donald Trump e Elon Musk, si è affermata come una sorta di ambasciatrice dell’UE nelle trattative commerciali, proponendo una zona di libero scambio senza dazi. È molto attiva anche in Maghreb e in Africa, dove ha occupato il vuoto lasciato dalla Francia”. La sua posizione pragmatica le ha permesso di “fungere da mediatore tra l’Ue e l’amministrazione Trump”.

La Meloni resta un politico di destra - come è ovvio che sia e che pratica “un conservatorismo coerente, incentrato sul sostegno alla famiglia (per contrastare la crisi demografica, con una media di 1,24 figli per donna), sulla religione e usl patriottismo, rifiutando nettamente l’ideologia ‘woke’” - ma che ha compreso ciò che è mancato nella prima ondata populista, quella del 2016, con la Brexit e l’arrivo di Trump alla Casa Bianca.

È un elogio, dopo quello della Bild (una bella sorpresa per l'Europa), che arriva dalla Germania. Forse fatto per mettere nell’angolo Afd, ma che dimostra come Meloni, ormai, sia la nuova leader europea. Con buona pace di chi vorrebbe un’Italia piccola e ininfluente. Buona solo per piangersi addosso.

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