Rivelazione choc della Meloni: "Denunciata per concorso in genocidio"

Il premier da Bruno Vespa ha fatto il punto sul percorso di pace tra Israele e Gaza ma anche sulla missione della Flotilla, fermata da Israele. Sul clima in Italia spiega: "Non conto più le minacce di morte"

Rivelazione choc della Meloni: "Denunciata per concorso in genocidio"
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Il presidente del Consiglio è stato quest'oggi ospite di Bruno Vespa per fare il punto sulla situazione geopolitica mondiale, che non può non passare attraverso il conflitto in Medioriente. A tal proposito, Giorgia Meloni ha rivelato in tv che lei, "il ministro Tajani e Crosetto e l'amministratore delegato di Leonardo siamo stati denunciati alla Corte Penale Internazionale per concorso in genocidio. Ora io credo che non esista un altro caso al mondo e nella storia di una denuncia del genere".

"Penso che la proposta di piano di pace presentata da Trump apra più di uno spiraglio, si tratta di una proposta molto articolata, che prevede alcune delle cose di cui abbiamo discusso e che abbiamo chiesto in questi anni: il rilascio degli ostaggi, il graduale ritiro di Israele dalla Striscia di Gaza, no a nuovi insediamenti in Cisgiordania, il disarmo di Hamas, fino a riconoscere l'aspirazione palestinese ad avere un proprio Stato", ha spiegato Giorgia Meloni, che fin da subito ha appoggiato il piano di Trump. "È un piano su cui c'è stata una convergenza quasi totale, anche da Hamas seppur con qualche distinguo", ha proseguito Meloni, sottolineando che si tratta comunque di "un percorso molto fragile" al quale "bisogna lavorarci tutti quanti insieme con forza". L'Italia, ha scandito con determinazione, "c'è, come sanno tutti gli attori della regione, perché a questo ci siamo dedicati mentre altri sventolavano bandiere". Ha ribadito che le sarebbe piaciuto "che il Parlamento votasse a sostegno del piano all'unanimità ma, alcune forze di opposizione hanno deciso di non farlo, il che è abbastanza bizzarro perché lo sostiene anche Hamas". Il premier ha poi affrontato il tema delle manifestazioni e, in particolare, lo sciopero generale del 3 ottobre, sottolineando di non essere "stata particolarmente dura sullo sciopero, ho detto quello che penso, cioè che era pretestuoso". Secondo Meloni si è trattato di uno sciopero "pretestuoso" perché si vede che la Cgil "è molto più interessata a difendere la sinistra più che i lavoratori".

E a proposito della manifestazione nazionale del 4 ottobre, ha messo in evidenza che "le violenze erano organizzate e preordinate, non da chi organizzava ma sono fenomeno un po' più ampio. Uno degli striscioni di testa inneggiava al terrore del 7 ottobre, quando si consente a chi inneggia al terrorismo di Hamas di stare in testa al corteo forse la tesi dei semplici infiltrati è un po' riduttiva. Ma ho grande rispetto per le persone scese in piazza per una questione sentita". A proposito del clima caldo nel Paese, il premier ha detto che c'è un imbarbarimento, "l'Italia ha già attraversato questa storia. Vedo tante cose che cominciamo a dare per normale e normali non sono. Io non conto più le minacce di morte, non faccio più nemmeno in tempo a segnalarle. E penso che ci siano delle responsabilità, di chi per esempio dice che ho le mani sporche di sangue, che io e questo governo siamo complici di genocidio". Sulla Flotilla, che tante tensioni ha creato negli ultimi giorni, il premier ha sottolineato che "c'erano, da quello che abbiamo ricostruito, circa 40 tonnellate d'aiuti. Ora, il governo italiano ha consegnato 2300 tonnellate d'aiuti.

40 tonnellate d'aiuti le nostre istituzioni le consegnano in una mattinata con due aerei. Quindi non serve rischiare, non serve mettersi in pericolo, non serve creare problemi alla propria nazione e non serve magari rischiare di dare un alibi a quelli che la pace dovessero non volerla".

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