Gentile Direttore Feltri, una domanda a bruciapelo: davvero per vincere le elezioni, come ci ha spiegato il filosofo Galimberti a proposito del successo di Meloni, basta essere truccati bene?
Vincenza Costa
Cara Vincenza, rispondo volentieri alla tua domanda, che in realtà è già di per sé una risposta: no, non si vincono le elezioni perché si è “truccati bene”. Chi sostiene una simile sciocchezza, come il filosofo Galimberti, appartiene a quella sinistra che non riesce a spiegarsi in nessun modo il successo di Giorgia Meloni, in quanto donna e in quanto non allineata ad una certa ideologia considerata “giusta” e “chic”, e allora si arrampica sugli specchi, anzi sugli ombretti. Affermare che gli italiani hanno scelto un presidente del Consiglio in base alla sfumatura degli occhi è un insulto non a Meloni, ma agli italiani stessi, trattati come una massa di tonti che confonde la cabina elettorale con una sfilata di Miss Italia. Una teoria così assurda non meritava nemmeno un commento, eppure è circolata e ha trovato eco perché dà conforto a chi non accetta la realtà e a chi non riesce a fare i conti con la propria inettitudine e i propri errori.
La verità, cara Vincenza, è molto più semplice e imbarazzante per chi la nega: Meloni ha vinto perché per anni è rimasta coerente, e la coerenza genera credibilità. Gli italiani votano chi si dimostra serio, non chi si dipinge bene le palpebre e gli zigomi.
E, soprattutto, Meloni non soltanto ha conquistato consenso prima di giungere alla guida del governo, ma lo sta mantenendo mentre governa, e anzi il consenso di cui ella gode continua a crescere. Questo è il dato che manda in tilt molti analisti: un leader che non perde voti governando, bensì li aumenta. Evento rarissimo nella politica italiana.
E tutto ciò accadrebbe, secondo Galimberti, grazie a un bravo truccatore. Siamo alla farsa. Se la politica fosse davvero una questione di cipria e lucidalabbra, basterebbe chiamare un vero professionista e sistemare la segretaria del Partito Democratico, Schlein, che pure si affida ad una armocromista, con risultati visivamente discutibili e elettoralmente disastrosi. Eppure non mi pare che un correttore di occhiaie le stia salvando il partito. Naturalmente l’immagine conta, è ovvio: presentarsi in ordine è una forma di rispetto per chi ti ascolta. Silvio Berlusconi fu il primo in Italia a capire l’importanza della comunicazione visiva, e sì, si truccava, eccome, e lo dico ridendo perché lo conosco bene. Ma gli italiani non l’hanno votato per il fondotinta, l’hanno votato perché parlava chiaro e trasmetteva fiducia.
Io stesso ho sempre dato importanza al decoro personale.
Per me, bisogna essere presentabili, puliti, curati. Ma se fosse sufficiente il fondotinta per amministrare un Paese, vivremmo in un mondo molto più semplice, e molto più stupido.
Quindi lasciamo perdere queste fandonie, per favore.
Giorgia Meloni non è al governo perché sfuma bene un ombretto, ma perché ha saputo costruire fiducia, dimostrare competenza, mostrarsi solida anche nei momenti in cui
chiunque altro sarebbe crollato. E gli italiani questo lo vedono, lo sentono e lo premiano.Il resto è solamente un tentativo goffo di svalutare un risultato politico che certi ambienti non riescono né a capire né a digerire.