Nardella chiude gli Uffizi alla delegazione populista: "È marketing politico". Le acrobazie "antifasciste" per la candidatura in Ue

La replica del segretario del Carroccio: «Vuole il divieto di visita dei musei nella Costituzione» E il sindaco attacca anche il direttore Schmidt

Nardella chiude gli Uffizi alla delegazione populista: "È marketing politico". Le acrobazie "antifasciste" per la candidatura in Ue
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Dario Nardella è in cerca di visibilità per le Europee. Il sindaco di Firenze, così usa anche le visite agli Uffizi degli avversari come mezzo di propaganda. I parlamentari del gruppo Identità e Democrazia, invitati da Matteo Salvini alla sua kermesse, sono andati a vedere lo storico museo fiorentino. E il primo cittadino di Firenze ha sollevato un polverone. Per Nardella, gli Uffizi sono stati «piegati a operazioni di marketing politico» per via della presenza degli europarlamentari sovranisti. «Questa cosa mi fa molto soffrire, mi addolora molto, però ognuno ha il proprio stile, sceglie i propri metodi di campagna politica», ha aggiunto l’esponente dem, attaccando anche Eike Schmidt, direttore delle Gallerie e da poco cittadino italiano. Per il sindaco, Schmidt ha la grave responsabilità di essere uno dei papabili candidati del centrodestra a Palazzo Vecchio. Lo stesso direttore ha risposto: «Lui può attaccare o non attaccare, non siamo all’asilo nido». Nardella, che cerca d’inseguire l’ideale del Pd di Schlein, continua la tradizione del doppiopesismo della sinistra. Nessuna polemica per Chiara Ferragni come testimonial del museo, per citare il caso più emblematico tra tutti quelli possibili.

Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha replicato alle argomentazioni del dem. «Un ringraziamento a Firenze che ci ospita e un bacione all’amico di Dario Nardella che ha introdotto in Costituzione il divieto di visitare i musei», ha ironizzato il leader della Lega. E ancora: «Ringrazio il direttore degli Uffizi Eike Schmidt che ha aperto le porte del museo a chi vuole che la cultura sia tutelata». Il segretario del Carroccio, nel corso di «Free Europe», ha parlato anche di caduta di stile in merito all’uscita del primo cittadino fiorentino, che vira così dai suoi toni post democristiani a quelli da antifascista massimalista. Anche Susanna Ceccardi, europarlamentare leghista e aderente a Id, ha riposto al sindaco di Firenze. «Abbiamo promosso la città, pagando tutto di tasca nostra. Nardella invece i soldi ai fiorentini li toglie, spendendoli per le sue iniziative, come abbiamo visto con la Città Metropolitana per i sindaci europei e più recentemente con le spese per i video promozionali», ha attaccato la leghista.

A Palazzo Vecchio le acque sono agitate. Cecila Del Re, ex assessore all’Urbanistica ed esponente del Pd, vorrebbe le primarie per scegliere il candidato a sindaco.

E cerca l’intesa con Elly Schlein, che tuttavia sembra orientata a non concedere la competizione, accontentando Nardella che ha invece un suo nome in testa. E soprattutto la candidatura alle europee: ultimo salvacondotto rimasto.

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