Governo

Salvini accelera sull'Autonomia: "Sarà realtà entro il 2023"

Il ministro delle Infrastrutture assicura: "Dopo 30 anni di battaglie, grazie al centrodestra compatto al governo, federalismo e presidenzialismo saranno attuati"

Salvini accelera sull'Autonomia: "Sarà realtà entro il 2023"

Il governo intende accelerare sul fronte delle riforme per mantenere fede agli impegni presi con gli elettori in campagna elettorale. Sul tavolo, tra le altre cose, c'è quella sull'Autonomia fortemente voluta dalla Lega. Ed è stato proprio Matteo Salvini ad annunciare la volontà di procedere spediti: "Dopo 30 anni di battaglie, grazie al vostro impegno e a un centrodestra compatto al governo, l'Autonomia sarà realizzata nel 2023".

Salvini: "Manterremo la parola data"

Il vicepresidente del Consiglio, intervenuto a Milano in occasione della presentazione alla stampa dei candidati consiglieri del Carroccio alle prossime elezioni regionali, ha assicurato che l'esecutivo rispetterà il mandato ricevuto dagli elettori domenica 25 settembre: "Federalismo e presidenzialismo saranno attuati, noi siamo persone che mantengono la parola data".

Il ministro delle Infrastrutture, pur riconoscendo che a volte in Consiglio dei ministri si parte da "presupposti diversi" a causa delle leggere differenti sfumature tra i partiti, ha sottolineato che comunque alla fine si arriva a "una sintesi comune" in grado di soddisfare tutti. Anche sul presidenzialismo il governo ha iniziato a muovere i primi passi: a breve prenderà il via il dialogo con le opposizioni, sperando di presentare un disegno di legge prima dell'estate (nello specifico entro il mese di giugno).

Il piano sull'Autonomia

Pure sull'Autonomia si parte con l'intento di trovare una sponda con i partiti al di fuori della maggioranza. Ad esempio Stefano Bonaccini, candidato alla segreteria del Partito democratico, si è detto favorevole a patto di togliere dal tavolo "materie divisive" come scuola o sanità. Tra i governatori chiede di accorciare i tempi soprattutto Luca Zaia, secondo cui frenare la riforma in questo momento significa correre il rischio "che l'Italia vada in default".

Sulla questione si è già espresso Roberto Calderoli, che ha voluto mettere a tacere le accuse arrivate da sinistra in merito alla presunta presenza del residuo fiscale nella bozza sull'Autonomia. Il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie ha inoltre respinto al mittente la tesi secondo cui sarebbe un secessionista con l'obiettivo di spaccare il nostro Paese: "Ogni giorno mi sveglio e ogni sorgere del sole mi vedo massacrato da qualunque organo di stampa. Ho una scorza addosso per cui le freccette che tutti mi lanciano non mi toccano".

Verso metà dicembre Silvio Berlusconi ha avuto un colloquio telefonico con Calderoli: il Cav ha garantito che continuerà a sostenere l'Autonomia differenziata, mettendo comunque bene in chiaro una serie di condizioni da rispettare per partorire una riforma equa.

Il presidente di Forza Italia ha chiesto specialmente di mantenere "un equilibrio tra le legittime ambizioni delle Regioni più ricche d'Italia e le esigenze delle altre di mantenere livelli di servizi adeguati".

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