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Salvini strappa la "sblocca cantieri" e salva 41 progetti

Prorogati i termini, in ballo 10 miliardi di infrastrutture fermate dalla burocrazia targata Pd

Salvini strappa la "sblocca cantieri" e salva 41 progetti

l governo corre per liberare 10 miliardi di opere pubbliche imbrigliati nella ragnatela della macchina (a guida Pd) burocratica. Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini porta a casa l’inserimento nel Decreto Aiuti Quater della norma «sblocca cantieri»: un provvedimento che neutralizza la tagliola che dal marzo 2023 avrebbe fatto decadere progetti strategici, provocando la lievitazione dei tempi. Il progetto simbolo, «graziato» dalla norma salva-cantieri, è la realizzazione della Gronda di Genova: un’infrastruttura che dovrebbe rivoluzionare tutto l’assetto viario della Liguria. L’obiettivo del ministro Salvini sarebbe quello di chiudere la pratica per l’avvio dei lavori ai primi di gennaio 2023. Nella norma sblocca cantieri dovrebbero rientrare altre opere che rischiavano di saltare tra scartoffie e fascicoli dimenticati negli uffici del ministero: la riqualificazione dei tratti autostradali, Barberino-Calenzano, Firenze-Pistoia Bologna-Ravenna, Incisa-Valdarno, Milano Sud-Lodi, Passante di Bologna, Bologna-Ferrara, Monselice-Padova, Tangenziale di Modena. Strade, ferrovie, aeroporti: nel dossier in mano al leader della Lega si calcolano opere pubbliche ferme al palo per 8,87 miliardi di euro. L’incubo è il definanziamento al 31 dicembre 2022. In totale sono 41 progetti a rischio. Tecnicamente, la ragione della revoca dei fondi sarebbe la «mancata assunzione delle obbligazioni giuridicamente vincolanti». Che tradotto significa il ritardo degli uffici nella raccolta della documentazione e dei pareri per far partire i contratti di esecuzione. Per scongiurare questo scenario ecco la proroga (per una parte dei progetti) dei termini di scadenza del 31 dicembre e del 30 giugno. Un primo risultato è stato ottenuto grazie alla norma salva-lavori. I tecnici del Mit avranno più tempo per chiudere i contratti. Poi ci sono altri 23 progetti Anas finanziati ma che non sono stati approvati per un importo di 2,2 miliardi. In ballo ci sono interventi da Nord a sud, come la elettrificazione della ferrovia Adria-Mestre, la linea ferroviaria Bologna-Portomaggiore o lo svincolo di San Mango D’Aquino sulla Salerno-Reggio Calabria. Per quanto riguarda gli interventi che superano i 25 milioni e in scadenza al 30 giugno sono a rischio il primo lotto della Metrotranvia Milano-Limbiate, il completamento della linea 6 della Metropolitana di Napoli, l’ammodernamento della ferrovia Roma Lido e il potenziamento della ferrovia ex Roma-Viterbo. A chiudere il dossier ci sono le opere Anas da rimodulare: l’ex ministro Enrico Giovannini aveva deciso di finanziare piccole porzioni di 70 interventi. Salvini vuole cambiare schema: sul piatto c’è l’idea di finanziarne completamente 23 progetti. L’altro obiettivo è liberare le strutture di vertice dai manager di area dem. Fs, Anas, Rfi, Trenitalia: tutte le società hanno una governance legata al Pd. Michele Meta, ex capo segreteria di Zingaretti, è al timone di Trenitalia, l’ad è Luigi Corradi considerato vicino all’ex ministro grillino Riccardo Fraccaro. Anche le manager di Rfi, Anna Masutti (presidente) e Vera Fiorani (ad) sono state nominate dall’esecutivo giallorosso.

Salvini vuole disarcionare la ragnatela.

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