
Basta multe a sorpresa: dal 30 novembre gli autovelox fantasma rischiano lo spegnimento. Come annunciato prima dell'estate, scatta la stretta del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: i Comuni avranno l'obbligo di dichiarare quali dispositivi di rilevamento della velocità usano, dove sono posizionati e quali caratteristiche hanno. Nel momento in cui le amministrazioni non rispettassero questo obbligo, scatterebbe la disattivazione degli impianti e la nullità alle sanzioni emesse. Per il settore, è una piccola rivoluzione. Ma è anche il primo passo per arrivare, finalmente, una volta per tutte, a una mappa nazionale di tutti gli autovelox. Il governo, da quando è entrato in carica, si batta per mettere ordine nella materia, che è viziata da anni di disorganicità e dalla tendenza di alcuni Comuni a fare degli autovelox una vera e propria cassa. Anni di polemiche, risorsi e sentenze erano serviti a poco. La novità è rafforzata dala presenza di una piattaforma telematica, quella in cui i dispositivi verranno censiti. Il sottosegretario al Mit ed esponente di Forza Italia Tullio Ferrante calcola «due mesi» per una mappatura completa. L'azzurro, citando l'introduzione dell'obbligo d'inserimento degli autovelox nella piattaforma per le amministrazioni comunali, parla di «svolta» e di «meccanismo di tutela per i cittadini». Ferrante ha anche sottolineato il coronamento di una «storica battaglia di Forza Italia per mettere un freno alle multe selvagge». «La sicurezza stradale - ha chiosato il sottosegretario - finalmente diventa l'unica priorità». Tra i primi plausi, quello del Codacons che, rimarcando il «grande ritardo», plaude all'inizio dell'«operazione trasparenza». Del resto, il 67% degli autovelox mobili, al momento, risulta non essere omologato. Per quelli fissi, la percentuale migliora ma non troppo: bel il 60% risulta fuori omologazione. Il decreto ministeriale pubblicato ieri pone la parola «fine» al caso. I Comuni avranno due mesi per mettersi in regola. L'Italia è la prima nazione in Europa per numero di dispositivi di rilevamento della velocità presenti nelle strade.
E se per le città, gli autovelox non rappresentano una fonte di guadagno rimarchevole, la situazione cambia per alcune zone specifiche del Belpaese. Per la statale Telesina o il Salento, per esempio, la presenza di autovelox garantisce circa 7milioni l'anno per tutti i Comuni coinvolti. E questo vale solo per il 2024.