da Ivybridge
Non tutti i navigatori satellitari sono affidabili. Ne sa qualcosa Yuro Odehnal, 45 anni, professione camionista. Per tre giorni, è rimasto bloccato sul suo mezzo da 40 tonnellate, dopo essere stato instradato dal navigatore su una viuzza di campagna.
L'avventura vissuta dall'autista, diretto a Praga, inizia a un chilometro di distanza dalla città di Ivybridge, nel Devon. Seguendo le indicazioni del navigatore, Yuro vede però che la strada si fa sempre più accidentata e, soprattutto, stretta. Fino a quando il suo mezzo resta bloccato, senza poter procedere né in avanti e né indietro. Un tentativo di fare retromarcia, tra l'altro, fallisce di fronte alle pessime condizioni del suolo.
A quel punto gli rimane una sola possibilità: avvisare il capo dell'incidente per farsi rimorchiare fuori da quell'imbuto. Peccato che i soccorsi non sarebbero arrivati prima di tre giorni. Yuro è così costretto a dormire nel mezzo, che, nel frattempo, aveva attirato l'attenzione di una famiglia residente a pochi metri di distanza. Per tutto il tempo dell'attesa, Tim Auburn e la moglie Marina si offrono di cucinargli un pasto caldo, tre volte al giorno. «Non è la prima volta che ci troviamo di fronte a questa scena», ha ammesso il figlio della coppia, Mat, 19 anni.
Secondo un sito specializzato nei trasporti pesanti, il problema dei navigatori satellitari, nel Regno Unito come in altri Paesi europei, è che sono pensati esclusivamente per le auto tradizionali, e non per i tir: questo significa che non forniscono indicazioni sulla larghezza della strada e sulla sua eventuale percorribilità da parte di «bisonti» di oltre 40 tonnellate. Dopo tre giorni, comunque, Yuro viene liberato da un trattore, che lo trascina in retromarcia sulla strada principale, permettendogli di rimettersi in viaggio alla volta di Praga.
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