Certo: essere seduti sul sedile di una Jaguar XE ed essere accompagnati a prendere un tè a Wimbledon è il massimo dello chic. E non capita tutti i giorni. Però appunto accomodati in sedili che sembrano poltrone di un salotto, con uno schermo a tua disposizione, l'aria condizionata che si regola a tuo piacimento, il caricatore del cellulare lì vicino e soprattutto il mondo che scorre fuori dal tuo finestrino come fosse ovattato, ecco proprio in quel momento di fa venire voglia di un'auto del genere. E non solo.
Però, insomma, non tutti se le possono permettere, anche se in effetti la nuova XE, tipo la «Prestige 2.0 Turbo Diesel 180 CV», è tua - come dice la presentazione sul sito ufficiale - a partire da 44.900 euro, neanche una follia. E mica così: c'è il cambio automatico a 8 rapporti con ASPC, la vernice metallizzata colore Ammonite Grey, i cerchi in lega da 18 pollici e il navigatore satellitare con comandi vocali, più la dotazione di base che in un'altra vettura sarebbe catalogata come optional. Insomma tutte cose che l'autista là davanti (perché lui è là davanti, vista la distanza) smanetta con soddisfazione. D'altronde stiamo parlando di Jaguar, una delle marche mito delle quattro ruote, l'auto ufficiale di Buckingham Palace per le scorribande della Regina Elisabetta. Quelle del tè delle 5, appunto.
E dunque, tornando a casa da quel tè un po' regale, pensi a come si potrebbe vivere il mondo Jaguar anche senza le ruote sotto. E la risposta è abbastanza semplice, perché oggi giorno automobile non vuol dire solo viaggiare. Ma vuol dire anche merchandising. La strada - e in questo caso si può proprio definirla così - è tracciata, visto che il cambiamento ha portato a nuova vita vecchie e gloriose sigle arrivate ad essere ad un certo punto un po' sbiadite. Un esempio ce lo abbiamo in casa, ovvero la Fiat oggi Fca che oltre a rispolverare con successo la 500 ne ha fatto una nuova icona. Passando per la politica del griffare le persone, siaquelle che indossano una felpa per arrivare a chi si accontenta delle due ruote in meno di una bicicletta.
E la stessa cosa è accaduta per la grande rivale, la Mini, che il marchio Bmw ha fatto ridiventare culto tra borse, t-shirt, portachiavi e peluche. È insomma pure la filosofia Ferrari, essere più popolari possibili per raggiungere milioni di persone. Ed è l'idea anche di Jaguar, come potete vedere in questa pagina disseminata di oggetti griffati, che potrebbero griffare anche voi. Perfino brandizzati se vi capiterà di andare al ristorante Oste e Cuoco di Filippo La Mantia a Milano: lì c'è tutta un'area per sentirsi Jaguar,anche a tavola, naturalmente con il gusto di una cucina d'alto livello.
Insomma, si sa: l'auto da molti anni non è più soltanto una scatola dilamiera e la Jaguar non è più un sogno per pochissimi. E se poi comunque potrete un giorno anche arrivare ad avere quella vera, sceglietela tranquillamente, con calma, perché no gustandovi un tè. Sappiatelo però: la Regina non è compresa nel prezzo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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