Di certificata, per ora c'è soltanto la confusione. «Che regna sovrana», commenta amaramente Marco Donzelli, presidente del Codacons-consumatori. «Una confusione - sottolinea - che genera equivoci all'interno degli ordini professionali, che pasticciano nel dare direttive ai propri iscritti e nella pubblica amministrazione decisamente impreparata ad affrontare il problema. Per questo motivo, secondo noi, la pubblicità per sostenere la Pec, che in questi giorni sta inondando le reti televisive, andava fatta, ovviamente con le adeguate spiegazioni, prima della scadenza del 29 novembre 2009».
In effetti, riflettendoci, la parolina Pec, acronimo di posta elettronica certificata, ha lo stesso numero di lettere di Ufo,oggetto non identificato. O meglio non ancora identificato dai diretti interessati, che saremo noi, privati cittadini, appartenenti o no a qualche ordine professionale ( gli unici che hanno l'obbligo di rilasciare ai propri iscritti una Pec) e ancora misconosciuto dalla pubblica amministrazione che, come nel caso di Inps o Aci già rilascia una casella di posta certificata gratuitamente a qualsiasi cittadino che ne faccia richiesta. Mentre Poste Italiane la offre a un prezzo promozionale di un euro al mese. «Solo che sono in pochi i cittadini - confermano all'ufficio postale di piazza Cordusio a Milano - che hanno capito a cosa serve». E una risposta simile danno al quartier generale dell'Aci milanese.
Vediamo di capire, dunque. Definendo il 2010 come il grande anno della rivoluzione telematica, il ministro Brunetta ha ricordato che la Pec è uno strumento che permette di dare a un messaggio di posta elettronica lo stesso valore di una raccomandata con avviso di ricezione tradizionale. Obiettivo: semplificare i rapporti tra professionisti e pubblica amministrazione, riducendo i tempi e i costi delle comunicazioni. Tramite la Pec i professionisti possono interagire con gli enti di previdenza e con la pubblica amministrazione centrale per quanto riguarda le documentazioni fiscali ma anche inviare e ricevere contratti e fatture. Da parte loro tutti gli enti della pubblica amministrazione sono tenuti a rispondere via Pec alle richieste ricevute tramite posta elettronica certificata.
Un'idea per non perdersi nel labirinto è quella di fare una raffica di domande al numero verde ministeriale: 800.254.009. Lo abbiamo composto per voi e prontamente una brillante Stefania, che ha esordito con il classico «come posso aiutarla?», ha risposto alle nostre curiosità, concludendo però «che siamo ancora agli inizi e che poco cambierà fin da subito con la mail certificata, alternativa per ora solo e soltanto alla raccomandata con ricevuta di ritorno». «Noi di Codacons - puntualizza Donzelli - siamo pessimisti. Dubito infatti che un architetto un domani possa chiedere una concessione edilizia via mail certificata o un notaio possa spedire un atto con questo procedura. Lo scenario, quindi, rischia di rimanere sempre lo stesso: unItalia ancora impantana nelle code davanti agli sportelli». «È bene chiarire, onde evitare fraintendimenti - spiega l'avvocato Daniela Bajona, fra gli esperti di consulenza legale di Altroconsumo - che l'invio di documenti tramite posta elettronica certificata ha valore esclusivamente quando entrambi gli utenti, chi spedisce e chi riceve, hanno una casella Pec, altrimenti viene a mancare proprio la peculiarità dell'iniziativa ministeriale. Non tutti sanno, poi, che la Pec non è obbligatoria per un cittadino che non sia un professionista. Per intenderci, lei e io che siamo iscritti ad albi professionali abbiamo dovuto aprire una casella di posta certificata, ma un privato può anche non farlo tanto più che per aprirla bisogna pagare, escluso Inps e Aci, una certa quota, anche se modesta. Detto questo dobbiamo riconoscere che la pubblica amministrazione non è ancora attrezzata per affrontare questa nuova comunicazione certificata in modo bidirezionale. Noi avvocati abbiamo fatto un passo in più, per esempio, attrezzandoci anche per avere marche e bolli elettronici sui nostri documenti e lo possiamo ovviamente fare solo noi come professionisti, ma se un cittadino ha invece necessità di ottenere documenti dall'Inps o dalla questura, giusto per fare un paio di esempi, e questi documenti richiedono marche da bollo o quant'altro, dovrà andare di persona esattamente come prima a chiederne il rilascio. Perché si impari a conoscere la Pec e la Pec abbia successo ci vorranno mesi.
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