Nanni Scaglia
La striscia di dodici successi consecutivi - sei di Valentino Rossi, tre di Marco Melandri e altrettanti di Loris Capirossi - conferma senza ombra di dubbio che nella MotoGP dominano i piloti italiani. Supremazia che, per la verità, può durare ancora a lungo perché Rossi ha appena compiuto 27 anni e - se non passerà alla Ferrari in F.1, possibilità ormai remota - seguiterà a correre con la Yamaha, e quasi sicuramente a vincere, fino al 2008. Anche Capirossi, al di là delle sue 33 primavere festeggiate il 4 aprile e delle 17 stagioni alle spalle, può continuare per un altro paio di anni, naturalmente sempre in sella alla Ducati. Melandri, poi, di anni ne ha solo 23 e, teoricamente, ha davanti a sé una carriera lunghissima.
Il presente, quindi, è assicurato e in parte anche il futuro più vicino. Ma alle spalle di questi tre la situazione non è rosea perché in 125 e in 250, le categorie che preparano alla classe regina, i piloti italiani faticano a emergere. Solo Andrea Dovizioso, classe 1986 e attuale capoclassifica della quarto di litro, sembra avere qualità e talento per figurare anche nella massima cilindrata, mentre gli altri non riescono a mettersi in evidenza e perfino nella cilindrata minore, categoria storicamente dominata dagli italiani, non siamo più protagonisti.
Il futuro, piuttosto, sembra essere dei piloti spagnoli. Questo è quello che è emerso dalle prime gare, questo dice l'anagrafe: Daniel Pedrosa 20 anni, Toni Elias (23), Jorge Lorenzo (19), Hector Barbera (19), Alvaro Bautista (21), Hector Faubel (22) e Julian Simon (22) sono tutti grandi promesse, alcuni addirittura già campioni affermati. A cominciare, ovviamente, da Pedrosa, tre titoli mondiali già conquistati, il più giovane iridato in due differenti cilindrate (125 e 250), un fenomeno capace di insidiare Capirossi a Jerez al debutto assoluto in MotoGP e di contendere domenica scorsa il successo a Melandri, prima di cadere all'inizio dell'ultimo giro. Per come guida, per le sue potenzialità, per le possibilità di progresso, Pedrosa è senz'altro il pilota di riferimento della MotoGP, assieme a Casey Stoner, il ventenne australiano che, dopo aver conquistato la pole position in Qatar, ha ottenuto un fantastico secondo posto in Turchia, battuto a pochi metri dal traguardo solamente da uno straordinario sorpasso di Melandri. Stoner ha addirittura forse più talento di Pedrosa e una guida sicuramente più aggressiva, che in passato lo faceva essere velocissimo, ma lo portava anche a cadere spesso, tanto da essere soprannominato Rolling Stoner, mentre adesso Casey va forte e basta.
Tornando agli spagnoli, sta facendo molto bene pure Elias, che domenica ha conteso a Valentino Rossi il quarto posto, realizzando anche il nuovo primato della pista. Rispetto a Pedrosa e Stoner ha leggermente meno talento, ma guida forte e ha addosso meno pressione. Ciò gli permette di crescere con calma, anche se Toni è già alla sua seconda stagione in MotoGP. Basterebbero questi piloti per monopolizzare a lungo la classe regina, ma non ci si può dimenticare di Jorge Lorenzo, grande protagonista della 250. Il pilota dell'Aprilia ha perso il primato in classifica domenica scorsa perché abbattuto senza colpe alla prima curva, ma è comunque il principale candidato al titolo iridato. Jorge è veloce, molto determinato, sicuro delle proprie potenzialità ed è già stato contattato dalla Yamaha per sostituire o affiancare Rossi nel 2008.
A tutti questi giovani campioni bisogna aggiungere Nicky Hayden, 24 anni e da domenica per la prima volta in testa al mondiale della MotoGP. Insomma, per i piloti italiani che puntano a correre nella massima cilindrata sarà durissima trovare spazio, sostituire campioni affermati come Rossi, Capirossi e Melandri.
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