Grand Tour e souvenir d’autore

Incisioni, biscuit e bronzi: dove «rivedere» i tesori dell’arte classica

Grand Tour e  souvenir d’autore

Quando, soprattutto nel XVIII secolo, si diffuse tra i giovani aristocratici del Nord Europa la consuetudine del viaggio culturale, l’Italia divenne una delle mete predilette per la ricchezza dei suoi resti archeologici. Per i viaggiatori era normale riportare in patria i ricordi, magari sotto forma di diari di viaggio, ma anche di disegni, dipinti e incisioni. Da questi disegni nacque l’idea di riprodurre su porcellane, bronzi e biscuit gli stessi motivi, che determinarono una vera e propria moda classicizzante ancor prima del neoclassicismo. Una selezione di circa 150 opere ispirate ai capolavori dell’antichità è esposta fino all’8 giugno nei Musei Capitolini (palazzo Caffarelli) nella mostra Ricordi dell’antico. Sculture, porcellane e arredi all’epoca del Grand Tour. Gli oggetti esposti sono di straordinaria qualità, in quanto eseguiti spesso per committenze reali. Ripropongono in piccolo i capolavori di celebri collezioni, come la Borghese, la Medici e la Farnese, o quelle dei Musei Capitolini, del Pio Clementino e dell’Archeologico di Napoli, comprendente i reperti di Ercolano e Pompei, che diedero uno straordinario impulso alla passione antiquaria. Artisti prestigiosi e abili artigiani hanno dato vita a una stagione in cui l’antico invade le abitazioni con l’infinita gamma delle sue declinazioni.
Oggetti tipici dell’epoca furono i biscuit, che con il loro colore bianco ben si prestavano ad imitare il candore dei marmi antichi. Ma nei servizi da tavola e negli arredi si diffusero anche i rossi e i neri delle antiche ceramiche, il verde che imitava i bronzi, e i colori della pittura pompeiana. In mostra sono presenti due pezzi del «dessert» della Regina di Napoli Maria Carolina d’Austria, oggi al Kunsthistorisches Museum di Vienna. Eseguiti da Giuseppe Valadier e Carlo Albacini, si ispirano ai templi di Paestum.
Di un altro importante dessert, eseguito in biscuit da Giovanni Volpato, è esposto il gruppo di Apollo con le nove Muse. Tra i dipinti possiamo ammirare splendide tele di Panini raffiguranti Vedute romane in capricciosa sequenza, ma anche quadri e disegni di contorno, che illustrano l’ambiente culturale del tempo, come nel Ritratto di John Staples di Pompeo Batoni, o nella Biblioteca di Charles Townley di Johann Zoffany, vera sintesi del Grand Tour di fine Settecento.

Anche i Camini di Piranesi evidenziano il gusto per l’antico, in particolare per le antichità egizie di epoca romana.
Tra le sculture si notano riproduzioni dell’Apollo del Belvedere, del Laocoonte, di Castore e Polluce, del Galata morente e del Toro Farnese, ma anche rivisitazioni dell’antico, come il tripode Cavaceppi.

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