La grande beffa del low cost: paghi e resti a piedi

È tempo di viaggi. Si dice così, tanto per titillare la voglia di partire, come se questa non fosse già abbondante.
Con la crisi si va al risparmio, dunque low cost, dicono quelli che parlano le lingue, a prezzi modici, con comode rate. Il termine inglese è legato soprattutto ai voli aerei, non c’è compagnia che non suggerisca un viaggio a cifre da capogiro, nel senso buono trattandosi di aeroplano. Ma occhio alle trappole, se ne può parlare, in lingua italiana anche se la maggior parte delle compagnie dialoga in english, in english scrive, risponde, impone, dopo aver però avanzato l’offerta in perfetto italiano, dolce e mellifluo.
Dunque se prenotate e pagate un volo low cost state attenti a quello che potrebbe capitarvi: vi spediscono immediatamente la conferma della prenotazione, vi vengono immediatamente prelevati dal conto bancario i denari del pagamento e voi pensate di essere al sicuro, tutto fatto, orario di partenza, di arrivo, eventuali scali, un affarone, con le pinne, il fucile e gli occhiali. Il tempo passa mentre di altro ti occupi e, improvvisamente, arriva una email, notturna, ovviamente scritta in puro english.
Il volo è stato annullato, a distanza di un mese o più, vieni informato che ti devi arrangiare, ti offrono di anticipare o di posticipare di una settimana, oppure di accettare l’apertura di un credito pari alla cifra pagata, per un altro viaggio da effettuare entro sei mesi. Non hai alternative, nessun rimborso, vietato protestare, devi prendere o lasciare, con le conseguenze prevedibili: chi può anticipare o posticipare le ferie o addirittura rinviarle nell’arco di tempo di sei mesi? Si va al mare a ottobre? Si nuota a novembre? Maledici il giorno che l’hai incontrata, la low cost company.
Provi a incrociare un numero giusto per il reclamo, il computer ti offre altri viaggi verso destinazioni fantastiche, con prezzi da gita in barca. Finalmente trovi un numero, preferirei non dirvi quali sono le tariffe delle chiamate (annunciate dall'operatore automatico): parlano di cento e fischia centesimi di euro al minuto, mascherano anche queste cifre, come usano le ferrovie quando annunciano i ritardi dei treni, «centoottanta» minuti e mai «tre ore»! Al telefono ti spiegano che questa è la prassi, che le condizioni, scritte in inglese, vanno rispettate, che il cliente doveva saperlo, che la compagnia tutela il cliente medesimo, che la sede di Londra non permette altre strade, che l'email effettivamente non era chiara, però, forse, vedremo, chissà, intanto paghi. Balle colossali.
L’apertura di credito, senza interessi, è un’imposizione e non una scelta. L’annullamento o la rischedulazione (mammamia che linguaggio bastardo) del volo è un diktat dinanzi al quale non si hanno alternative nella stessa giornata su altri vettori e compagnie. C'è anche l'altra beffa: rimborso sì ma parziale, anzi perdi il trenta per cento abbondante della somma già prelevata.
Non è finita. C’è la low cost per noleggio auto, chiamasi usura: se anticipi il volo di un paio d'ore scatta un giorno in più di tariffa, non puoi pagare sul posto al momento del ritiro, vietato, si deve stornare, dunque ti prelevano dalla carta la nuova cifra, ti restituiscono, entro dieci giorni lavorativi, quella già versata. Voi come lo chiamereste? Direi strozzinaggio per cielo e per terra, chissà per mare. La low cost è una trappola nella quale si cade facilmente, attirati dal prezzo, ingannati dalle condizioni.
Nessuno ha avuto finora il coraggio di indagare, forse servono un’intercettazione telefonica oppure, ultima moda, la registrazione clandestina con filmato sul cellulare.


Oppure l’intervento di Striscia la notizia, il braccio non violento del cittadino normale. Può essere un’idea, questa sì a bassissimo costo, senza fregature, free transfer, rimborsi parziali, clausole a piè pagina. Allacciate le cinture di sicurezza, non soltanto quando salite a bordo.

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