Dopo il successo della scorsa stagione, torna alla Tosse «2984» in una nuova veste. Lo spettacolo per la regia di Emanuele Conte, tratto dal testo di Orwell, rielaborato da Enrico Remmert e Luca Raganin, restituisce la stessa coinvolgente forza delle pagine del libro, mantenendo il clima claustrofobico in cui vengono immersi i lettori. Se per la scorsa messa in scena si era usata la Sala Campana in tutto il suo spazio, adesso il regista genovese ha voluto sperimentare l'allestimento all'interno del palcoscenico della Sala Trionfo, cercando in una maniera più tradizionale di mantenere lo stesso coinvolgimento da parte del pubblico. Si può senz'altro affermare che sia riuscito pienamente in quanto si era prefissato. Anche questa volta parte del pubblico è parte attiva dello spettacolo, invitata a salire sul palco per confondersi con gli attori non è facile per chi guarda capire chi è vero attore o falso pubblico, il che riporta molto ai programmi televisivi di reality show in cui tra verità e fiction non esiste più un vero confine. L'impianto scenico di Luigi Ferrando che vede la scatola del palco contaminata da una miriade di monitor accesi che trasmettono l'immagine di una ragazza sorridente che continua a ripetere che tutto va bene e che bisogna per questo essere felici e grati al Grande Fratello, porta a continui e inquietanti richiami del nostro quotidiano. All'interno di tutto ciò è protagonista un'infelice storia d'amore che in un mondo così non ha diritto di essere.
Bravo Aldo Ottobrino nell'impacciato Winston, e deliziosa Marina Remi, una Giulia dolce e accattivante alla quale non si può certo resistere. Enrico Campanati presta il volto all'ambiguo O'Brian con la versatile capacità interpretativa che lo contraddistingue. Lo spettacolo è in scena fino al 25 gennaio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.