da Roma
Nemmeno un sorriso, un gesto, un cenno appena. Quello, giunto in ritardo mentre Bonanni parlava già da dieci minuti, ha agitato la manina ai suoi, Veltroni e Fassino, ignorando il resto del mondo. Laltro, che stava ascoltando con attenzione le novità enunciate dal leader sindacale, con la coda dellocchio ha colto larrivo dellavversario ed ha abbassato la testa per ignorarlo anchegli. Più che gelo, una banchina polare tra Prodi e Berlusconi, ieri allassemblea della Cisl. La platea nemmeno se ne è accorta che i due serano sottratti anche allo scambio di un saluto formale, nessuno dei 1.400 delegati ha colto la scena muta e imbarazzante, perché tutti i vip erano accomodati in prima fila, e le poltroncine rosse del Palacongressi sono in piano. Però hanno assaporato, con stupore e risolini, il colpo di scena finale, quando Bonanni ha finito la relazione e ha chiamato al microfono il premier: Berlusconi sè alzato abbandonando la sala, allunisono con Fini e Casini.
Più eloquenti di così... Nel teatro giapponese le grandi decisioni e le rotture drammatiche vengono affidate ai silenzi. Semmai ingigantiti da un lievitante rullar di tamburi e cimbali. Non cerano tamburi, ieri mattina allEur, ma il silente messaggio lanciato dal leader della Cdl e dai suoi alleati (compreso il «ritrovato» Casini) è risuonato fragoroso e dirompente. Diceva che con questo governo non si fa più nulla, ma quali riforme, «pacchetti», leggi elettorali, rimpasti e staffette tecniche o istituzionali. Niente di niente, Berlusconi e Prodi non hanno più nulla da dirsi o da fare insieme. Peggio dei duellanti con appuntamento allalba dietro un monastero, non si scambiano nemmeno più il saluto delle armi. La buona educazione, il galateo istituzionale? Da Palazzo Chigi adesso, dicono che Prodi non aveva visto che cera pure Berlusconi... Da Palazzo Grazioli, invece, non negano la «valenza politica» del gesto.
Lorganizzazione Cisl non se laspettava tanta freddezza, nellottimismo delle «larghe intese» aveva disposto i cartellini per gli ospiti uno accanto allaltro, Fassino, Veltroni, Prodi, Damiano, Letta (quello vero), Fini, Casini, registrando con stupore il comune imbarazzo. Ma Bonanni aveva da annunciare aperture importanti, tanto a Prodi quanto a Berlusconi, che per la prima volta infatti partecipava a unassemblea sindacale.
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