Estoril - Il successo che aspettava, sognava, desiderava ed era stato programmato per Misano è arrivato in Portogallo, con quindici giorni di ritardo. Ma l'importante è che sia arrivato e Valentino Rossi l'accoglie come una sorta di liberazione, dopo uno dei periodi più difficili della sua vita e non solo sotto l'aspetto sportivo. «Quando non vinci da tanto tempo - può tornare a scherzare - è un po' come quando non fai sesso per un lungo periodo: quando l'astinenza finisce, si prova più o meno la stessa sensazione».
Eccolo, il solito Valentino, il campione capace di vincere sette mondiali, il fenomeno in grado con una battuta di ironizzare su qualsiasi cosa. Un pilota che nelle ultime quattro gare aveva preso bastonate in pista e fuori. «Per questo è una vittoria molto importante - conferma - perché abbiamo passato un periodo difficile, con un errore mio (in Germania, dove cadde ndr), problemi di gomme (Laguna Seca e Brno) e rotture meccaniche (Misano). Ma qui la moto era perfetta, le Michelin hanno fatto la differenza e ho potuto guidare come sono in grado di fare».
Ha ragione Valentino: se le condizioni tecniche glielo permettono, lui è sempre capace di fare la differenza. Con una M1 finalmente veloce - «quando ho passato la Ducati in fondo al rettilineo, non ci credevo, pensavo di essere su Scherzi a parte» - e gomme Michelin superiori alla Bridgestone, Rossi ha potuto mettere in mostra tutto il suo repertorio, fatto di tattica, sorpassi incredibili, staccate fulminanti, perfetto controllo della moto. E con Stoner in difficoltà a causa di un problema alla frizione, per conquistare la sua quarta vittoria e rinviare i festeggiamenti iridati di Casey, Rossi ha dovuto vedersela soprattutto con Daniel Pedrosa. Ha guidato bene lo spagnolo, determinato e aggressivo come non lo si era mai visto in MotoGP, ma questo non gli è bastato per salire sul gradino più alto del podio. Pur essendo un pilota eccellente, Pedrosa non è ancora a livello di Rossi e nell'uno contro uno non ha mai battuto il campionissimo della Yamaha. Anche se questa volta ci è andato vicino. In sella a una Honda decisamente competitiva, Daniel è stato a lungo al comando, rispondendo anche colpo su colpo, come mai in passato, agli attacchi del rivale, con Stoner terzo troppo staccato per infastidire la coppia di testa.
Insomma, questa volta sembrava più dura e, infatti, per passare Rossi si è dovuto inventare una frenata pazzesca a due giri dal termine, alla quale Pedrosa non ha potuto far altro che arrendersi. E non ha nemmeno potuto tentare una replica, perché negli ultimi 8 chilometri, Valentino è stato mostruoso.
«Ho fatto due giri sotto l'1'38", dimostrando che vado ancora come ai vecchi tempi» si toglie qualche sassolino il campione della Yamaha, messo troppo presto - e ingiustamente - sul banco degli imputati. Un successo che non cambia la classifica, ma che rimanda l'assegnazione del titolo perlomeno fino a domenica prossima, quando è in programma il GP del Giappone. Dove Stoner dovrà arrivare davanti a Rossi per conquistare anche aritmeticamente un titolo che ha già ipotecato da tempo. Pur non vincendo, pur solo terzo (si fa per dire naturalmente) al traguardo, in Portogallo Casey è stato fantastico, dimostrando di essere un degno futuro campione del mondo. Dopo essere stato velocissimo in prova, l'australiano ha dovuto correre in difesa a causa di un serio problema alla frizione, che avrebbe potuto metterlo in grande difficoltà. Ma nonostante questo, Stoner è rimasto sempre lì, a un niente dai due rivali al comando.
«Sono un po' dispiaciuto - si rammarica l'australiano -, perché dopo le prove ero convinto di poter disputare una buona gara. Senza il problema alla frizione, avrei potuto giocarmi la vittoria». Non ha nulla da rimproverarsi Casey e lo stesso Rossi gli fa sinceri complimenti: «Ha dimostrato di essere un gran pilota».
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