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Le grandi firme scivolano sul burro di Zagarol

Troppo facile tirare in ballo a proposito di Stefano Ricucci da Zagarolo il mitico film-parodia Ultimo tango a Zagarol. Infatti dalla Palombelli sul Corriere a Statera su la Repubblica, incluso Travaglio su l’Unità, tutti giù a scherzare su quel titolo a suo modo profetico, si presume idoneo a evocare la furbizia godereccia dell’immobiliarista. Così, una volta di più, s’è replicato sui giornali l’errore di sempre, attribuendo alla coppia Franchi & Ingrassia, ai ferri corti in quel 1973, la paternità del filmetto di Nando Cicero. A colmare la lacuna, diciamo allora che Ingrassia proprio non compare. C’è, invece, Franchi, col cappotto di cammello e l’aria triste, alla maniera di Marlon Brando. Solo che l’amante occasionale Martin Beswick lo tratta sessualmente come se fosse lui Maria Schneider e non viceversa. Spiritoseggia Franca Valeri, sì la signorina snob, nel ruolo del regista ricoperto nell’originale da Jean-Pierre Léaud, mentre Nicola Arigliano fa il vecchio in vestaglia che allude a Massimo Girotti.
Secondo Stracult di Marco Giusti, «uno dei film preferiti di Robert De Niro» (lo vide mentre girava Il Padrino 2 in Sicilia); Coppola l’avrebbe acquistato per distribuirlo in America e Bertolucci non l’avrebbe mai visto (sarà vero?).

Ora, fanatismi cinefili a parte, bisogna riconoscere che Franchi ebbe un certo coraggio nel mostrarsi nudo, e infatti Giusti lo giudica «grandissimo nelle scene di sesso, con o senza burro (se lo spalmerà sul pane)». Mandare in dono il film ad Anna Falchi suonerebbe oggi come una pura cattiveria.

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