Garmish - L'inno di Mameli risuona nel cielo bigio di Garmisch, stavolta la doppietta è italiana, Moelgg e Rocca uno e due davanti a Herbst, Pranger, Grange, Miller e Lizeroux, come dire il meglio del meglio dello slalom della stagione. Era l'ultima gara prima dei Mondiali, meglio di così non poteva davvero andare, anche perché ottavo finisce Giuliano Razzoli, miglior tempo nella seconda manche proprio davanti ai due compagni di squadra, manco fosse un campionato nazionale (e aveva tracciato il loro allenatore Max Carca, podio anche a lui!).
Gioia, esultanza, stupore, per qualcuno anche tanta commozione: Manfred Moelgg aveva vinto finora solo una volta e tanto gli era bastato per prendersi la coppa del mondo di specialità 2008, coppa che era stata di Giorgio due anni prima grazie a cinque esaltanti trionfi consecutivi prima del disastro olimpico. Rocca, 33 anni, non saliva sul podio dal novembre 2006, due anni abbondanti in cui, come dice lui, «ne ho mangiata tanta». L’ultimo mese era stato il più difficile della sua vita, con il figlio di due mesi Francesco ricoverato in terapia intensiva per problemi respiratori dal 5 gennaio e lui, il campione in crisi, a dividersi fra famiglia, allenamenti, gare e soprattutto viaggi, oltre diecimila chilometri, avanti e indietro per le Alpi per stare vicino agli altri due figli senza perdere il contatto con la neve nel mese che per gli slalomisti è il più importante dell'anno, con ben sei gare in calendario. «So che qualcuno non credeva più in me, ma io non ho mai smesso di farlo anche se in effetti le sensazioni non erano sempre buone e ogni tanto mi chiedevo se valesse la pena andare avanti».
Negli ultimi slalom Moelgg e Rocca avevano dovuto applaudire i terzi posti di Razzoli a Zagabria e di Thaler a Kitzbuehel: non lo ammetteranno mai, ma sotto sotto la cosa rodeva un po', la concorrenza interna però deve averli stimolati e alla fine sul podio sono saliti anche loro, primo e secondo separati da 29/100, una bella lotta alla quale Reinfried Herbst, dominatore dell'ultimo slalom di Schladming, ha dovuto assistere impotente dopo il miglior tempo nella prima manche.
La cronaca delle fasi finali di questa gara esaltante alle parole di Manfred Moellg: «In partenza io e Giorgio ci siamo incoraggiati a vicenda, ci siamo dati un pugno per caricarci, l'ho guardato scendere e mi sono detto: Manfred svegliati perché lui è andato veramente forte. Oggi però mi veniva tutto facile, già al mattino sentivo buone sensazioni e questa pista mi è sempre piaciuta, un anno fa qui finii secondo dietro a Herbst, quest'anno gli avevo promesso la rivincita e fra noi sono felice sia finito Giorgio, che ha dimostrato di essere veramente un duro. E ai mondiali ne vedrete delle belle». E di Giorgio Rocca: «Oggi ho usato sci nuovi e scendendo ho provato sensazioni che avevo quasi scordato, non facevo fatica, so che non davo l’impressione di essere veloce, ma questa è una caratteristica della mia sciata, quando vado forte non faccio fatica. Mi avessero detto alla vigilia che sarei finito sul podio non ci avrei creduto, ora invece dico che potevo anche vincere, con un po’ di convinzione in più magari, quella che aveva Manfred e mancava a me dopo le ultime gare poco incoraggianti».
Dedica finale di Giorgio: «Questo podio inatteso è per lei, Tanja, mia moglie, che è stata fantastica a gestire situazioni difficili senza mai farmelo pesare. Quando tuo figlio rischia di morire capisci che una gara conta ben poco nella vita, lo sci però è la mia professione e la mia passione, e ragazzi, eccomi, sono tornato!».
Slalom di Garmisch: 1. Moelgg (Ita), 2. Rocca (Ita) a 0’’29, 3.
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