Oltre sei milioni di biglietti «gratta e vinci» falsi messi in circolazione, di cui un milione e trecentomila sequestrati in tutta Italia della Guardia di Finanza. Le fiamme gialle hanno passato al setaccio bar, edicole e tabaccherie per togliere dal mercato un grosso quantitativo di tagliandi truffaldini e impedire che gli stessi continuassero a mimetizzarsi nel circuito lecito delle lotterie nazionali. Tutto è partito dalla segnalazione di un rivenditore di Pietra Ligure, nell'agosto del 2006: quando si è visto proporre questo genere di lotteria istantanea, anche per l'oscura dizione del regolamento che gli era stato presentato, si è insospettito e ha deciso di interpellare la tenenza della Guardia di Finanza di Finale Ligure.
Da qui è partita l'inchiesta «Free dart» coordinata dal procuratore capo di Savona Vincenzo Scolastico e dal sostituto Alberto Landolfi, inchiesta che ha portato ad un primo sequestro di 500 mila biglietti. Subito dopo le indagini si sono diffuse a macchia d'olio coinvolgendo nelle operazioni quaranta reparti operativi delle fiamme gialle sull'intera penisola. Le verifiche maggiori, tuttavia, si sono concentrate soprattutto in Liguria e in Lombardia, a partire da una ditta produttrice di biglietti situata a Cislago (Varese); successivamente sono state scoperte tre stamperie, una delle quali a Varese, dove i tagliandi venivano realizzati.
Nel mirino degli inquirenti quattro società lombarde che hanno emesso gratta e vinci da 1 a 5 euro di valore, con promesse di vincita fino a 10 mila euro. Sei le persone indagate a piede libero per concorso in truffa continuata: i responsabili delle quattro società non avrebbero nemmeno stampato i biglietti con la vincita dei superpremi promessi.
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