«Grazie Italia per l’aiuto con l’America Così è più facile annientare i terroristi»

TRIBUTO «Il premier italiano ha contribuito a realizzare un clima di fiducia reciproca»

«Il summit sulla sicurezza nucleare a Washington, organizzato su iniziativa degli Stati Uniti, la Federazione Russa lo ha appoggiato subito perché consideriamo una delle nostre priorità la necessità di rafforzare la sicurezza nucleare». A parlare, in questo colloquio con il Giornale, è Alexey Meshkov, ambasciatore russo in Italia dal 2004. I temi - il giorno dopo la chiusura del Forum mondiale di Washington sul disarmo - sono la sicurezza globale, il dialogo Russia-Stati Uniti, la riduzione delle armi di distruzione di massa ed il ruolo dell'Italia sullo scacchiere internazionale. «La Russia - spiega Meshkov - ha molta esperienza nell'assicurare la protezione fisica dei materiali fissili e su questo ha preso una parte molto attiva nei lavori del summit. Speriamo che si rafforzi la cooperazione internazionale e si alzi il livello di sicurezza nucleare in tutto il mondo».
I buoni rapporti tra il presidente Usa Barack Obama e il presidente russo Dmytri Medvedev hanno portato, l'8 aprile a Praga, alla firma di un nuovo trattato di sicurezza bilaterale tra i due Paesi, con una riduzione degli arsenali nucleari. «Con la firma del Trattato sulle misure di ulteriore riduzione e limitazione degli armamenti strategici offensivi (già battezzato New Start) - sottolinea Meshkov - la Federazione Russa e gli Stati Uniti d'America sono riusciti a raggiungere un obiettivo di importanza primaria: arrivare a un accordo sulle riduzioni reali degli armamenti strategici sui principi di parità e con il pieno rispetto del concetto di sicurezza uguale e indivisibile. La Russia e gli Usa passano così ad un livello di cooperazione più elevato, confermando l'unità di obbiettivi nel rafforzare la sicurezza reciproca e globale. L'accordo crea le basi per un salto di qualità nelle relazioni bilaterali strategiche e militari, dà ulteriori possibilità per riempire il nostro partenariato politico di contenuto reale». Certo, Meshkov è consapevole - e lo dice al nostro giornale - che «l'attuale livello di cooperazione tra Russia e Usa, in campo economico, non corrisponde ancora al potenziale reale dei due Paesi, dato che gli scambi annuali arrivano a circa 7 miliardi di dollari» e auspica quindi che l'intesa sul disarmo e la sicurezza rafforzi, in futuro, anche la collaborazione economica tra Mosca e Washington.
Al di là del dato economico, però, una cosa pare sicura: la comune battaglia nella lotta al terrorismo potrebbe rappresentare per Usa e Russia una sfida in vista di maggiori sinergie in tema di politica estera e non solo. «Dobbiamo capire - dice Meshkov - che le minacce terroristiche esistono e dobbiamo identificare questi pericoli. Tutti assieme». Una strada, secondo l'ambasciatore, potrebbe essere quella di «intensificare il dialogo Russia-Nato». Qui, alcune parole, Meshkov le spende sul ruolo dell'Italia e dell'attuale Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. «Lo spirito di Pratica di Mare - nota - è come una meta che dobbiamo tenere sempre presente nei rapporti tra Russia, Stati Uniti e Nato. Il ruolo di Berlusconi? È vero che quando il presidente Berlusconi viene in Russia parla con i leader del nostro Paese e parla anche dei rapporti con gli Stati Uniti. Credo faccia lo stesso quando va negli Stati Uniti. Per questo il ruolo di Berlusconi è importante, perché contribuisce a realizzare un clima di fiducia reciproca».
Una scadenza importante, per testare questo clima di distensione, cadrà in maggio quando a New York si terrà la Conferenza di riesame del Trattato di non-proliferazione (Tnp) che - si augura Meshkov - «dovrebbe produrre un pacchetto di misure per rafforzare il regime di non-proliferazione, basato sull'equilibrio di tre componenti principali: la non-proliferazione, il disarmo e l'uso pacifico dell'energia nucleare. Avremo bisogno per questo della buona fede e degli sforzi collettivi di tutti».

Quanto alla Russia, una risposta alle ambiguità del nucleare in alcuni Paesi (sarà per scopi civili o no?), ce l'avrebbe: «La nostra idea - avverte - è creare centri internazionali, in accordo con l'Aiea (Agenzia internazionale per l'energia atomica, ndr) nei vari Paesi che vogliono produrre nucleare per scopi civili, per controllare in maniera rigorosa gli impianti e la produzione. Noi abbiamo suggerito questa linea come soluzione al problema iraniano».

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